GIOVANNI PAPINI
Il Gfepaseolo dei filosofi
MILANO - Libreria Editrice Lombarda - MILANO
Un Volume di joo pag. con copertina illustrata L, 3 >00 -•••-
« Strongly thought and pungently written ». William Jàmks (Journal of Philosopliy, June 21, 1006, p. 338).
« Libro ricoo di bellezza e di forza..... sinfonia di motivi ideali profusi
con signorile prodigalità ». P. F. Nicoli (Kiv. Filosofica, maggio-giugno 1906, pag. 360).
Il Papini « anche in questo volume dà prova dell' acume o dell' agilità del suo ingegno nonché delle sue doti di scrittore limpido, brioso e spesso ironioamente fantasioso ». B. Croce (Critica. 20 marzo 1906, p. 1441.
« Libro ardito ma simpatico ». E. Morselli (L'Opera di C. Lombroso, Torino, 1906, p. 382).
« I vari capitoli sono veramente splendidi per la critica brillante, acuta quulche volta profonda, e soprattutto per la forma magnifica e spesso poetica ». M. Missiroli (Rinascimento, 5 aprile 1006. p. 88).
« Volume molto bizzarro e, diciamolo subito, molto antipatico ». V. Osimo (Lavoro, 18 marzo 1006).
« Libro di pure idee e di affermazioni recise, radicali e, appunto per questo suo carattere idealo e di prepotente individualità, vero mostro nella letteratura italiana contemporanea ». S. Muoni (Rassegna Nazionale, 1 giugno 1906).
< È una prima parola di negazione e d'irriverenza ; negazione bella e risoluta, quali i tempi richiedono ; irriverenza franca e impertinente quale è riohiesta dai casi ; è un primo conato audace e forte di ricostruzione • A. Aorksti (Avanti della Domenica, 24 marzo 1006).
« Il libro, ohe vuol essere stravagante ed eccezionale nella forma o nella sostanza, è riusoito insolente e scioccherello ». E. Zanzi (Lega Lombarda, 25 marzo 1006).
« Documento notevolissimo di psicologia individuale » - « rivela una rara sincerità di oonvinoimento e di espressione ». K. Bodrero (La Vita, 25 aprile 1006).
Libro ov' i « molta ricchezza di vita o ridere di bei sentieri ». A. de Ri-naldis (Pungolo, 18 gennaio 1906).
« Poderoso volume in cui l'a. combatte con veemenza e audacia giovanile, nonché oon salde argomentazioni, le teorie dei filosofi cattodratioi maggiori del secolo ». (Popolo Romano, 1 dicembre 1005).
« Libro ourioso e strano ma anche, spesso, più logico di quel che non voglia parere di essere e più rigoroso di quel che non sembri superficia-mente ». (Giornale d'Italia, 25 gennaio 1006).
« Fornito di osservazioni aoute e profonde ». E. Makcuioli, Il Tempo, i aprile 1906).
« Giovanni Papini può ben dirsi il Sigfrido della Filosofia. La sua attività spirituale non è ohe gaiezza, malizia, esuberanza di forza, spontaneità saltellante ». 6. Vahnicola (Cronache Latine, 15 gennaio 1006).