gli amanti d'iddio
Della solitudine.
Ho letto molte scritture sì di maestri pagani che di profeti, del vecchio e del nuovo Testamento, e ho cercato sul serio e con lungo studio qual sia la migliore e la più alta fra le virtù ; per la quale l'uomo più strettamente possa conformarsi a Dio e tornar più e più simigliante all'archetipo com'era in Dio, allor che tra lui e Dio non era differenza, finché non vennero fuori le creature. E andando io a fondo di tutto ciò che fu scritto, fin dove può giungere la testimonianza e il giudizio della mia mente, altro non trovai che purissima solitudine, vergine d'ogni cosa creata. In questo senso il Signore disse a Marta : unum est necessarium, cioè : chi vuol essere puro nella sua essenza convien che sia solo.
Molti maestri esaltano sopra tutto 1' amore, come S. Paolo là dove dice : u qualunque cosa io faccia e a qualunque prova mi assoggetti, se non ho l'amore, non sono nulla ».
Ma io pongo la solitudine più in alto che l'amore. Innanzi tutto per questo: Il maggior bene dell'amore è ch'esso mi sforzi ad amare Iddio. Ma è più gran cosa che io costringa Dio a me che non me a Dio ; perocché nell' unione con Lui stà la mia eterna beatitudine ; or più addentro può Iddio penetrare in me e meglio con me unirsi che non io con lui. -Che poi la solitudine costringa Dio a me, io lo provo così: Ogni essere stà volentieri nella sede eh'è propria della sua natura. Or la sede naturale e più propria di Dio è 1' unità e la purezza ; e queste son fondate nella solitudine; cosicché Dio di necessità convien che si doni ad un cuore solitario.
Ed ancora io esalto la solitudine sopra l'amore, per questo : se l'amore mi porta a sostenere ogni cosa per Iddio, la solitudine fa sì che di nuli' altro io più sia capace fuor che di Dio. E questa e Più alta cosa. Imperocché nel soffrire l'uomo pur sempre in qualche modo guarda alla creatura per la quale soffre, laddove la