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leonardo
sono romantici, e che hanno soltanto dei punti di contatto col romanticismo. Ma certe loro qualità, vere o appiccicate che siano, gli servono per i suoi fini presenti, e ciò è più interessante per noi che cento documenti.
Cosa combatte 1' Ewald ? quasi tutto, e quasi tutti. I più noti e i più alla moda. La ristrettezza mentale degli eruditi, la scioccheria da orgo-glietti irritati dei materialisti, l'erotismo da cafè-chantant della nuova letteratura, l'orrore generale per le idee e per il pensiero. Combatte Haeckel come Schnitzler, Dehmel come Hoffmansthal. Combatte anche i « già giovani », anzi questi sopratutto. E vi sono delle belle analisi. » L'ateismo è odio, diffidenza contro un principio di legge più alto, qualcosa degli istinti del libertino, che desidera prendere la rivincita dopo una lunga e forzata subordinazione. Ne\Vaufklàrung dei più c' è in fondo rancore ». « L'individualismo erotico non è altro che lo stupido orgoglio di rimanere indifferenti per ogni amore profondo, per ogni cosa che sia grande, alta,
demonica e problematica..... Che questo culto fallico debba fiorire nella
stessa Germania che da pochi decenni ricevè da Riccardo Wagner il dono del Tristano e Isotfa, è un sintomo di degenerazione della coltura, la cui diagnosi sarà stabilita dal mio libro ».
Si vede che anche in questa tendenza morale non c' è la ricerca del piccolo ordine borghese, ma il disprezzo per la pura pornografia che sente ogni animo pieno di sogni grandi ; non v' è la farisea paura d; parole, ma l'abitudine di parole più alte.
La Germania che 1' Ewald combatte è quella ammalata d'erotismo e d'estetismo. È il primo che sciupa il secondo. Non si può ora concepire l'amore per il bello, senza un po' di sudiceria sessuale. L'estetismo casto di un Ruskin e di un Wagner schiferebbe certo quei prodotti degenerativi, semi alcoolici e semi ciarlataneschi, che, vomitando volumi, si credono sacerdoti dell'arte e del bello e della libertà, fra le quali quella di non avere idee, come un Bierbaum, uno Scheerbart, uno Schnitzler. Ormai la Germania è ricaduta al punto in cui era quindici anni fa Parigi, quando gli imitatori esterni di Verlaine pullulavano e avere capelli lunghi era in creduto necessario per il genio, come il bere alcool per fare capolavori. L'ideale della generazione che 1' Ewald combatte, è quella di coloro che dieci o quindici anni fa erano giovani, e che ancora non sono vecchi; età in modo estremo antipatica e sgraziata, come sappiamo noi in Italia che abbiamo fra i piedi la generazione dei d'Annunziani. Verso i 35 anni, quando non si è più coraggiosi e quando si è già innanzi nell'incretini-mento e nella cristallizzazione della vecchiaia, vi hanno tutti i mandarinismi e gli esclusivismi e le legature di cricca che hanno gli « arrivati » mentre si ha l'illusione orgogliosa di credersi giovani e ribelli; si è vecchi, con la livrea di « giovani ».