L' IMPERATIVO CATEGORICO
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A conclusioni infinitamente meno « scettiche » e scoraggianti giungono invece coloro, che, come noi, asseriscono che le leggi morali anche se non sono « universalizzabili », non cessano per questo di essere « morali»; che esse lasciano bensì sempre delle lacune di u ingiustizia » e di « immoralità », ma possono corrispondere al massimo di giustizia e di moralità a cui in un dato momento, è lecito giungere; che le leggi morali, pur essendo talora irrimediabilmente non perfette, reclamano la nostra obbedienza perchè è spesso preferibile l'avere leggi imperfette al non averne nessuna. Fra i conservatori a tutti i costi della morale e i rivoluzionari ad oltranza, preferisco il punto di vista costituzionale.
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u La peculiarità del fatto morale è quella che sfugge al Calderoni » scrive il Croce, semplicemente perchè non accetta, nè comprende la attitudine neutrale da me assunta di fronte agli impulsi, alle preferenze, agli ideali, ai « fini ultimi », quali si trovano nel fatto fra gli uomini e che sono un presupposto o postulato della morale; — attitudine che io ritengo, per le ragioni esposte a p. 12 17 delle Disarmonie, essere la sola che il filosofo della morale (in quanto si distingue dall'apostolo e dal propagandista morale) possa ragionevolmente assumere s'egli non vuole darci dei frammenti d'autobiografia anziché dello teorie capaci di verità 0 falsità.
Ho paura, d'altra parte che la « peculiarità del fatto morale » a cui allude il Croce sia qualche cosa di altrettanto misterioso, inafferrabile ed inutilizzabile quanto il «concetto puro» della sua logica. Nel qual caso, se non mi sfugge altro tanto in morale che in logica, posso ben reputarmi fortunato.....
Mario Calderoni.