Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'imperativo categorico
   « Dacht'isch's doch ! Wissen sic nichts Vemunftiges mehrzu erwidern Schiebcn sio's eìncm geschwind in das Gcwissen hineim ».
   Schiuse.
   Pare dunque eh' io, nelle Disarmonie e/c. abbia dato dell' imperativo categorico kantiano una interpretazione « strabiliante » : così almeno scrive Benedetto Croce nell' ultimo numero della sua Critica.
   V imperativo kantiano, io diceva, richiedendo per le nostre azioni, in quanto sono morali, la conformità a massime universali, valevoli per « tutti » gli uomini, conduce, se coerentemente applicato, a conseguenze paradossali e in conflitto colla coscienza morale comune. « Nessuna virtù e nessun dovere resisterebbe ad un esame fatto rigorosamente in base a questo criterio. Molte azioni sono per noi un « dovere « appunto perchè gli altri uomini non le fanno, e rimangono tali a condizione che non siano troppi gli individui capaci e volenterosi di imitarle._ Così pure, molte azioni sono permesse o non sono nocive, solo perchè il pericolo eh' esse siano imitate non c'è; altre azioni ci sono vietate appunto per il fatto che altri già le compie in modo esuberante. Possiamo concepire doveri di una singola persona su 100 che sarebbero delitti per le altre 99..... Come in una barca sopraccarica, l'opportunità di sedersi da una parte o dall'altra dipende strettamente dal numero di persone sedute dalla parte opposta : se qui fosse seguito un imperativo kantiano qualsiasi, il capovolgimento della barca porrebbe tosto fine ai consigli del pilota ed alle buone volontà dei passeggieri » (p. 65-66). Quest'ultimo paragone specialmente ha dato sui nervi ai difensori dell'imperativo kantiano.
   « Basta riflettere, scrive il Croce, che l'imperativo categorico è meramente formale, per riconoscere quanto questa critica sia fuori di luogo. Il C. immagina che l'assolutezza della legge morale sia in contrasto con la relatività delle azioni morali : quando