« MORS OSCULI »
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a limitare l'orizzonte, ne risaliva il pendio, e si inerpicava poi serpeggiando su su fino alla cima dove sembrava sparire nell'albore mattinale già lucente dietro l'oscura montagna.
Piena di coraggio, superando con fiero sforzo della volontà la stanchezza grande del corpo, Anima si avviò su pel sentiero ascendente. I canti della speranza le nascevano entro nel cuore. E man mano che saliva, l'albore mattinale parea destasse in lei interne ignorate energie, parea le desse nuovo insperato vigore.
Illuminata dalla speranza, anche la natura le sembrava tutta pervasa di stellare lucentezza. I fianchi poderosi del monte si illuminavano, e sin le nere profondità degli abissi parean chiarirsi di un'interno splendore; baleni adamantini radiava l'acqua scorrente dei ruscelli, e gli alberi scuotevano al vento una chioma iridescente.
Sempre ascendendo Anima, il cielo sempre più si infiammava in quella portentosa aurora boreale; e la terra istessa divenuta trasparente per l'interno splendore mostrava le rosee vene abbaglianti d'oro, ed il pallore lunare dell' argento ; ed entro alle sue viscere manifestate pulsavano gli enormi cuori lucenti dei laboriosi gnomi esultanti.
Anima proseguì, e avvicinandosi sempre più alla cima le parve udire una divina musica; ed il ritmo musicale ed il tremolìo luminoso l'un l'altro armonizzavano ; la natura intiera sembrava vivesse del magico suono.
Trasportata dall'eroico furore pervenne Anima alla cima del monte meraviglioso. Ivi Pan, il vecchio Iddio, suonava intento il mitico flauto dalle sette canne.
Estenuata, ardente, beata, Anima svenne nelle braccia possenti del Dio! Cadde il divino flauto, e la natura, non più sorretta dal magico suono, tutta scomparve nella profonda notte.
Immersa in un sonno beato, privo di sogni, simile in tutto alla morte, Anima riposò per sette eternità.
Alaya.