Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

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a cura di Federico Adamoli

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   Ilo
   LEONARDO
   l'intervenzione di un Deus ex machina sotto forma dello Spirito Divino, il quale è espressamente incaricato di somministrarci per azione diretta, per una sorta d'emanazione naturale, le sensazioni, (idee, segni, Marks) e di regolarne la loro successione : cfr. Princ. of h. n. LXVI e seg.
   Questo espediènte comodo e teatrale è naturalmente ripudiato dal James, e anzitutto egli s'accinge a un'analisi dell'esperienza nella sua totalità. Berkeley s'era arrestato prudentemente alla percezione : il suo esse est percipi significa che tutto 1* essere di una cosa, d' un corpo da noi veduto esteriormente, a una certa distanza, con certe qualità e sotto speciali condizioni, non è insomma che l'assieme di diverse sensazioni connesse, intendiamoci, secondo le circostanze di un'esperienza possibile, ma che non sono necessariamente legate nell' oggetto, non si trovano congiunte come proprietà dentro un'oggetto. L'oggetto come tale non esiste.
   W. James si parte da questo punto con l'intenzione in certo qual modo lodevole di sopprimere 1' « inveterato dualismo », ma va anche più innanzi, dimostrandosi pronto a escluderlo da tutte le nostre concezioni, e di finirla una buona volta con la filosofia tradizionale. Svanito infatti il fantasma dell'oggetto, è palese che il problema filosofico viene ridotto a' minimi termini : non si deve parlare che di una realtà, anzi non si deve parlarne più affatto. Tutta la speculazione diventa affare di buon senso, d'intuizione, di fiair, di saggezza empirica, di perspicacia e prudenza personali. L' uomo è disceso alquanti gradini della scala zoologica, ma ha riconquistato al pari del più semplice organismo la sua libertà.
   Conoscere diviene una parte trascurabile della nostra attività, la conoscenza essendo non inerente alle cose ma sovrapposta ; si può considerare tutto al più come un buon istrumento, il cui valore è determinato dall' utilità dei servigi che può renderci.
   James riconosce alla nostra esperienza un certo dualismo pratico e diremo così avventizio, ma che sparisce quando si osservi l'esperienza tutta intera, nella sua va-