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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

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a cura di Federico Adamoli

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   la concezione
   della coscienza (i)
   Coloro, tra i filosofi, che si recarono a Roma, nell'aprile scorso, .'al V° Congresso di Psicologia, ricorderanno con gioia l'ultima adunanza generale nella quale parlò l'illustre rappresentante di tutta una rinnovata corrente di pensiero, Mr.William James. Un'aria della Grecia spirava in quella mattina nella sala del Policlinico che accoglieva i congressisti; l'aula vasta ma nuda e disadorna non ne confortava bensì troppo l'illusione, ma un cielo limpido, carico d'azzurro e d'oro, come il cielo dell'Attica, vi penetrava in flotti di luce tersa vivida letificante dall'ampie finestre aperte sullo sfondo lontano dei monti della Sabina ; e alcuno di noi scendeva allora 1' arce Capitolino, avea traversato il Foro, o la sera innanzi s' era attardato fra le ombre insigne delle Terme. Alcuno di noi, ancor fresca l'imaginazione di platoniche fantasie, la mente ingombra di visioni stupende d'arte e di poesia, dovette nel suo intimo colorire maravigliosamente quell'avvenimento insolito e solenne.
   Sappiamo dire per conto nostro che l'entusiasmo ci accompagnò durante tutta la conferenza, sebbene le conclusioni rapide, e fors' anche frettolose, ma compatte, serrate, ce ne lasciassero un' impressione sfavorevole,
   (x) Non siamo del tutto d'accordo con l'A. di questo articolo, ma riconosciamo la giustezza di alcune critiche mosse al James. Nel prossimo numero risponderemo ad alcune sue considerazioni troppo Kantiane. (N. d. D.)