Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Ilo
   LEONARDO
   tività constituisce la perfetta felicità intellettuale, quella in che, come a me sembra, nessuno ha meglio saputo vivere che non i sublimi e misteriosi pensatori che precedettero Socrate. Io son fermamente convinto che essi, nella vergine libertà dei loro spiriti, si posero nella più sana condizione per sentire e per dire quel tanto di verità che a noi è dato umanamente conoscere, e che, dopo tanti secoli da che il tempo grava su la memoria delle loro vite e del loro ammaestramento, essi possono ancora viver con noi, non come soggetti d' esercizio alla nostra sterile indagine, sì bene ancora come enunciatori di precetti e di leggi immortali. Nessun uomo che abbia pensato li ha superati ancora, ed essi rimangono sempre come esempio insigne di penetrazione, di sincerità di profondità altissima, a chiunque voglia accostarsi alle cime più perigliose dell' umano intendimento.
   I presocratici hanno detto più di quanto non abbia sin qui ripetuto la nostra scienza deforme e ci additano ancora la via per la quale gli organi del nostro intelletto possono avviarsi alla contemplazione più prossima, se pur vana, dei confini estremi della verità. Il loro metodo, quasi paurosamente ardito, la loro ingenua e semplice audacia, la loro fede nelle energie dello spirito, la loro libertà sconfinata e sicura, la loro curiosità meravigliata ed intrepida, tutto ciò manca al pensiero nostro, inceppato, disingannato, mal certo. Turberà Socrate questo divino equilibrio di tutte le attività spirituali, che i sofisti hanno tentato d'arrestare e di stabilire e d'allora lo spirito umano non avrà più tregua. Noi, studiando tali esemplari e genuini artefici del vero, non possiamo che invidiare a questi mirabili definitori d'ogni più riposta essenza delle cose, a questi prodigiosi construttori dell'ideale perfetto della vita più attiva e feconda dello spirito. E, soggiungo senza vergogna, noi, pur rammentandoci del tempo in che viviamo, dovremmo, per conseguire l'approssimazione più totalmente soddisfacente delle esigenze interiori, ed ancor più, per l'intima ed egoistica gioia del nostro pensiero, cercare ancora