Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

Pagina (142/435)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (142/435)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Ilo
   LEONARDO
   con quelle per cui operano gli organi della conoscenza empirica o trascendentale. In altre parole, un mezzo d'acquisto di conoscenza mostrerà un nuovo aspetto del mondo e rivelerà una nuova possibilità speculativa, ma non distruggerà affatto il valore acquisito e imperituro degli altri strumenti di cui dispone lo spirito umano. Ogni mezzo di conoscenza co'rrisponde ad un'analogia dello spirito, e là dove finiscono la conoscenza è l'attività filosofica, incominciano, senza contaminazioni, la conoscenza e l'attività scientifica. Poiché, per lo contrario, come recentemente ebbe a dire un chiaro espositore di Platone, Charles Huit, la pensee ne suffit pas à la philosophie : il lui faut l'dine altiere.
   Posto ciò, può affermarsi che quelle che io ho chiamato la chimica e la meccanica dell'intelletto, in certo modo, riproducano nello spirito, per mezzo delle idee, le azioni e le reazioni che le cose corrispondenti ad esse idee operano nella realtà, secondo leggi e processi analoghi, ma cogliendo di fronte all'individuo note di persuasioni d'indole diversa e per nulla contraria a quella delle note che egli può cogliere dall'osservazione sperimentale. Così può dirsi degli impulsi che possiamo sentire verso il trascendentale, nell'azione dei quali pos-siam trovare indubitatamente una rispondenza tra l'ipotetica realtà e la forma del nostro sentimento. Infine ripeto ancora, ogni mezzo per il quale possa ingenerarsi in noi una conoscenza, corrisponde a una diversa possibilità di conoscenza, anzi a dirittura a conoscenze diverse, che nessun rapporto lega reciprocamente, ma che servono tutte alla perfezione spirituale dell' individuo. Un esperimento non potrà darmi nessuna riprova di una conoscenza intuitiva o d' una fede, nè tanto meno distruggerle, una fede non potrà toglier dal mio spirito ciò che possono avervi lasciato le osservazioni sperimentali o le deduzioni della mia logica, ed i più perfetti sillogismi della mia attività intuitiva non potranno mai, per veruna guisa, demolire un edificio conoscitivo