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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   PER DIFENDERE UNA METAFISICA
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   sibilità umana. Gli strumenti scientifici, se ben ci fanno verificare fatti reali onde le scienze propriamente dette desumono innumerevoli applicazioni pratiche, non debbono nè posson dare a parer mio il minimo contributo diretto al formarsi d'una verità filosofica, come che essa, ripeto, debba esser creata dell'uomo in quanto contempera l'attività intuitiva che dà il carattere della sua individualità, con l'osservazione della realtà, più logica ed acuta, ma insieme più semplice ed umana. Il filosofo, nel senso più eroico della parola, convien si creda solo nel mondo, con i suoi sensi e il suo cervello, per pronunciare una verità fatta a sua imagine e somiglianza.
   Un complesso di dottrine desunte da l'oltre-sensi-sibile (intendendo con ciò di specificare il campo d'osservazione che si stende di là dalle estreme possibilità naturali e normali dei sensi) non darà mai una filosofia, ciò è un sapere d'utilità teorica, sì bene una scienza, sapere di utilità pratica. Perchè la filosofia adempia al compito che le è segnato nella complessa funzione dello spirito, convien che essa, dalla vita, comunque intensificata e, diciam pure migliorata, dalla realtà, comunque denominata e, se si vuole, sviscerata, dall'esperienza rigorosamente limitata delle attività soggettive dello spirito e indefinitamente estesa di tutti i fenomeni individuali, senz' altro intermediario che l'attività puramente umana e normale, e non artificiata, della logica, della sensibilità, dell'introspezione, deduca le norme supreme dell'esistenza, del pensiero, della felicità. Tutti gli strumenti di che la natura umana è fornita, posson servire a questa conoscenza sintetica, poiché le cose ed i fatti esistono per noi solo in quanto li possiam percepire, e se una conoscenza, ottenuta con mezzo sperimentale e, dirò così artificiale, può parer distruttiva di una conoscenza empirica o trascendentale, in effetto, ciò che può essersi acquistato con mezzi straordinari alla massima intensità normale dei sensi, non conduce che ad una serie di conoscenza che soddisfano a bisogni dello spirito i quali non hanno nulla a che vedere