ioo
leonardo
cisione e determinazione al loro significato è certo da porre la diffusione e la popolarità che acquistò e mantenne nella tradizione scolastica 1' operetta di Porfirio nota sotto il nome di Isagoge.
In questo scritto dedicato, com' è noto, ad enunciare ordinatamente le conformità e differenze tra quelle che sono state chiamate le cinque Hoci, cioè : s'^Si Siacfopà, ìSiov, aojijfepijttó; non si riscontra più alcuna traccia di quello schema simmetrico, che, nell'esposizione di Aristotele, tanto aiutava il chiaro riconoscimento dello scopo e della portata delle distinzioni da tali termini espresse.
L'omissione del termine tyo? e l'introduzione al suo posto degli altri due «So?, 5ta?opi — cambiamenti dovuti probabilmente a un'erronea interpretazione della norma enunciata da Aristotele dicendo che la definizione si compone del « genere » e delle « differenze specifiche » — il rilievo dato a considerazioni affatto fuori di proposito sulle relazioni tra i « generi » e le « specie » e tra questi e gli « individui », la separazione della teoria dalle sue applicazioni pratiche alle quali invece nella « Topica » essa si trova immediatamente connessa, tutto ciò contribuisce nell'opera di Porfirio a mascherare e a far perdere di vista quella parte appunto del significato dei termini sopra indicati dalla quale dipende la loro importanza come termini tecnici.
Se a ciò si aggiunge il fatto che l'opera di Porfirio, riguardata come un riassunto fedele e quasi ufficiale della dottrina aristotelica, servì da principale veicolo per la penetrazione di queste nelle scuole d' occidente — e ciò mentre ancora molti tra scritti logici di Aristotele e in particolare la Topica non vi avevano trovato accesso — si comprenderà facilmente come sia avvenuto che non uno dei suddetti termini (o dei loro corrispondenti latini) abbia mantenuto nel linguaggio filosofico moderno il significato ad esso attribuito da Aristotele.
Cosi la parola « genere », insieme alle sue corrispondenti in ogni lingua colta moderna, e insieme del resto