Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

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a cura di Federico Adamoli

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   ioo
   leonardo
   Nell'opera dedicata da Aristotele appunto all'enunciazione o caratterizzazione delle varie fonti di argomentazione atte a far apparire accettabili o non accettabili le diverse specie di opinioni discutibili — cioè nella « Topica » — la suddetta distinzione viene assunta a principale fondamento per la distribuzione e l'ordinamento delle singole parti della trattazione.
   Le ragioni della divisione dell'opera nei quattro libri di cui essa si compone sono brevemente riassunte da Aristotele stesso in un' importante capitolo (i, 6) del quale non farò qui che riportare il contenuto.
   Le proposizioni nelle quali si asserisce che gli oggetti designati con un dato nome possiedono determinate qualità, possono distinguersi anzitutto in due classi a seconda che il predicato loro abbia un estensione uguale o maggiore di quella che ha il soggetto ; in altre parole, a seconda che esse si conservino, o no, vere mettendo in esse il predicato al posto del soggetto o viceversa.
   Tanto 1' una che l'altra di queste due classi di proposizioni è da Aristotele di nuovo suddivisa in due sottoclassi, a seconda che le proprietà in esse attribuite al soggetto per mezzo del predicato fanno parte o no di quelle che figurano nella definizione del soggetto.
   Si hanno così quattro specie di proposizioni, per contraddistinguere' le quali Aristotile introduce le seguenti designazioni tecniche :
   1. Nel caso delle proposizioni della prima specie, cioè quelle in cui il soggetto ha la stessa estensione del predicato, quest' ultimo è chiamato :
   a) un Spog del- soggetto, quando esprima l'insieme delle qualità che costituiscono la definizione di questo.
   b) un ì5t°v quando esprima delle qualità che non figurano nella definizione del soggetto.
   2. Nel caso invece delle proposizioni dell'altra specie, quelle cioè nelle quali il predicato ha maggiore estensione del soggetto (è il caso più ordinario), il predicato è chiamato da Aristotele :