Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ioo
   leonardo
   quello che abbiamo detto sì spesso della filosofia : che essa non è un abbaco e non si impara con l'ingoiare lezioni. Non bastano i dogmi a fare un religioso, e sapere molta dottrina non avvicina alla santità. Come a noi pare spesso più filosofo chi vive fuori dei sistemi che chi s'adatta in queste logiche prigioni, così ci sembra più religioso chi vive fuori dei dogmi che chi cerca di slogarsi per vestirli.
   Stimiamo più religioso anche chi non appartiene a nessuna religione riconosciuta. Se può giungere da solo dove gli altri arrivano, e talora non arrivano, con la guida degli intermediari e con il soccorso d' un « libro » — anche se ignora la Storia Sacra o il Corano — per noi è egualmente religioso. Si può essere religiosi in ogni cosa. Lo si può essere perfino in quelle direzioni di vita che passano per lo meno adatte, cioè, negli affari e nel commercio, quando questi occupino l'animo in modo da renderlo capace di un 'idea fissa. La sudiceria di Rube-lais è una sorta di religione, è tocca tal grandezza che non può essere compresa come sudiceria che da animi piccoli e timorosi troppo di cedere ai propri sudici istinti. In questo senso Nietzsche è una natura molto più religiosa di tanti pretini che gli strillano dietro. La religione non è un recinto di definizioni, nella cui area, secondo certi pali indicatori, si devono eseguire certi dati esercizi e funam-bulismi, tra il sentimentale e il sofistico, saltando i fos-satelli delle contradizioni, e passando sotto le sbarre dei dogmi. E piuttosto una data altezza dell' anima, che, qualuuque sia la materia di cui 1' anima è nutrita può essere raggiunta, se 1' anima ha sufficiente energia, calore, grandezza. E come una regione in cui non possono vivere che pensamenti e propositi dotati di un torace e di polmoni abbastanza larghi e ricchi per resistere alla finezza dell'aria ed alla asprezza dei venti.
   Questa concezione della religione, più ampia, perchè ammette più radici e più sorgenti di religione, ma più ristretta, perchè ammette solo le cime più alte delle sue vegetazioni e delle sue fontane, non garba ai professori