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LA SAPIENZA DEL POPOLO
mancato a molti; molti bensì mancarono alla fortuna. Ma la più vera e la più profonda spiegazione della fortuna io la trovo nell' impareggiabile Montaigne : u La fortuna, dice questo grande ed originai pensatore, non ci fa nè bene nè male; essa ci offre soltanto la materia e la semente che l'anima nostra, più potente della fortuna, manipola ed applica come meglio le piace, siccome quella che è la sola causa e la padrona sovrana della propria felice od infelice condizione. Tutti gji accessori esterni derivano, gusto e colore, dalla costituzione interna, nell'istessa guisa che le vesti si scaldano non col loro calore ma col nostro proprio, ch'esse sono atte a coprire e conservare. »
Ma anche i proverbi, quantunque ciechi adoratori in generale della fortuna, sanno però a un bisogno definirla per quello che è veramente, e non di rado meglio assai de' più famosi scrittori. Valgano in prova i seguenti : Fortunae faber est quilibet ipse suae — Suit fortuna cuique fingitur moribus — Fabrum quem-que esse fortunae ajunt, dicevano i latini. Ciascuno ha la sorte che si merita — Qual uomo, tal fortuna — La fortuna non aiuta coloro che non si aiutano, dicono i tedeschi e gli inglesi. Chacun est l'artisan de sa fortune — Notre biemet notre mal ne tiennent guère qu'à nous, dicono i francesi, E anche noi italiani abbiamo proverbi parecchi che contraddicono saviamente a quello che sta a capo della presente illustrazione e mostrano che, non a chi dorme, ma a chi vigila e si adopera suole arridere la fortuna» Citerò i seguenti soltanto : Vien la ventura a chi la procura — La sorte è come uno se la fa — Chi comfossa la sorte, nega Dio, che il Capponi commenta dottamente così :
u E qui sta il vero, e qui è la censura e il contravveleno degli altri, nei quali l'uomo pigliandosela