LA DOTE.
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ammoglia per la dote veìide la sua libertà; i polacchi: Gran.do te marito schiavo ; i russi: la maggior disgrazia di questo mondo è lo avere una moglie ricca ; e, Meglio vivere in pace con una povera, che accapigliarsi con una ricca, ecc.
Ma nonostante tutti i proverbi del mondo, la dQter in questo secolo barattiero, è la prima cosa che si. cerca nei matrimoni. Il buon nome della famiglia, la sanità, l'onestà dei costumi, il temperamento amar, bile, 1' educazione squisita, son tutte cose belle e buone, ma se non ci son quattrini le non valgono una man di nocciuole. u I padri di famiglia, dice un arguto scrittore francese, Edmondo Texier, hanno par* lato ai loro figliuoli il linguaggio della ragione. Eglino, hanno lor detto che 1' amore è una fanciullaggine, il sentimento una debolezza -, ed hanno inventato quella magnifica speculazione che domandasi in buon, francese, mariage d'argent. Il matrimonio di danaro, è riuscito sì fattamente che non ve n' ha altro al di d'oggi. Non si sposa più nè un cuore, nè una spirito, nè una donna; si sposa una dote, quanto più grossa tanto meglio, ed è l'accoppiamento delle doti che ha creato quel mondo equivoco che va famoso sotto il nome di demi-monde. Questo mondo ha avuto la sua ragion d' essere e di esistere il, giorno che il prete ha benedetto i giuramenti di due scrigni ben riforniti. La bellezza, la grazia, l'educazione, la virtù stessa, tutto ciò non pesa più una mezz'oncia nella coppa della bilancia coniugale. Il matrimo^iio^ QOme si tratta oggigiorno, è il provveditor principale delle cortigiane. Il demi-monde germoglia all'offlbr^ del matrimonio di danaro come 1' erbetta all' ombrat dei grandi alberi. Quello ha generato questo. È sul letame del maritaggio pel danaro eh' è spuntato il fungo pestifero del demi-monde. E là, e non altrove, che bisogna andare a dissotterrare la comedia odierna, n