Stai consultando: 'La sapienza del popolo spiegata al popolo I proverbi di tutte le nazioni', Gustavo Strafforello

   

Pagina (229/269)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (229/269)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La sapienza del popolo spiegata al popolo
I proverbi di tutte le nazioni
Gustavo Strafforello
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1868, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   PROVERBIO LETTERARIO.
   225
   loro, insufficienza ; voglion far credere che non ai mettono a scrivere perchè non si contenterebbero del mediocre e non possono sopportare che opere divine. Con la loro predilezione esclusiva per un autore, specialmente un antico, nascondono forse la lor gelosia contro i loro ccmtemporanei che «oitivano oon qualche successo il campo delle lettere e il bel giardino delle muse. Dicono che è da temerari il prender la penna, che ogni fonte di bella dottrina è già esausto ; non vi son più fiori da oogliere tulle colline di Pindo ; felici le anime elette che sanno gustare il profumo dei pochi fiori immortali che formano la corona di qualche ingegno sublime che non lasciò successore. Quindi sulle opere nuove esercitano una critica amara, degnano appena gittare uno sprezzante sorriso, non hanno che il loro testo alla mano, il loro favorito autore alla bocca, Aon veggon tutto che d'una tinta e d'un colore, sono come i monocoli che non si posso n guardare che. di profilo. Era in questo senso forse che Cicerone dicea: Timeo lectorem uniu$ libri (Temo il. lettore di un solo libro). Per quella loro estatica ammirazione, per quella eterna eontempilazione di quell'unico libro, è facile che la mente si ristringa, il gusto ancor si corrompa, che un fanatismo cieco prenda luogo del retto giudizi^ che si ammirino .come bellezze i difetti st.es&i dello scrittore adorato, che in luogo di notabilmente seguire il di lui volo, uno si strascini servilmente sulle di lui pedate o che non osi muovere un passo dalla viva luce abbagliato di quel sublime intelletto. - u Perchè esiste un autore altissimo, dobbiamo noi riguardare con occhio di compassione tutti gli altri poveri autori?... Gli antichi avevano il sommo Giove, ma popolavano il cielo e la terra di cento amabili dèità. Perchè vi son stati i profeti maggiori non vi potevano essere anco i minori profeti ? Perchè v'è uno
   La Sapienza del popolo.
   15