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La sapienza del popolo spiegata al popolo
I proverbi di tutte le nazioni
Gustavo Strafforello
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1868, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LA VENDETTA.
   195
   di Cosimo de' Medici rispetto gli amici perfidi, o negligenti , ha non so che d'austero e di desolante ; i torti di questa fatta parevangli imperdonabili. La legge divina, costumava egli dire, c'impone di perdonare ai nostri nemici, ma essa non c'impóne di perdonare ai nostri amici. Ma Giobbe parlava in uno spirito migliore quando diceva: u Non è egli da Dio òhe riceviamo tutti i beni onde godiamo ? Non dobbiam noi accettare dalla medesima mano i mali che soffriamo.? » Lo stesso dev' essere degli amici che ci abbandonano o ci tradiscono. Chiunque medita una vendetta non fa che riaprire la sua piaga che il tempo solo avrebbe guarita.
   u Le vendette fatte per una causa comune sono fortunate presso che sempre, come mostrano sufficientemente i successi delle congiure formate per vendicare la morte di Giulio Cesare, di Pertinace e di Enrico III di Francia; ma non avviene il medesimo delle vendette particolari. Dirò di più : gli «omini vendicativi cominciano per far molti infelici ¦e finiscono per esserlo eglino stessi, n
   Uno degli uomini più vendicativi dopo i Medici, fu senza dubbio il cardinale di Richelieu. Prima di far dicollare a Lione il giovane De Thou, figliuolo del celebre storico e presidente De Thou, egli sclamò con atroce ironia: De Thou padre ha posto il mio nome nella sua storia, io pongo il nome di De Thou figlio nella mia!
   Fra le nobili famiglie veneziane dei Foscari e dei Loredano ardeva, come in moltissime altre per tutta Italia, un odio implacabile accompagnato da una ¦sete inestinguibile di vendetta. Francesco Foscari, divenuto doge, aveva tentato riconciliarsi offrendo la propria figlia all' illustre ammiraglio Pietro Loredano per uno de' suoi figliuoli. L'offerta fu rigettata e l'inimicizia ricrebbe a mille doppi. Indi a.