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La sapienza del popolo spiegata al popolo
I proverbi di tutte le nazioni
Gustavo Strafforello
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1868, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LA SAPIENZA DEL POPOLO
   mento comune e non ci studiamo e non sappiamo «levarla al grado di un'arte più bella. Generazione veramente da compiangere ! Essa è virtuosa nel sudore della sua fronte e malvagia scherzando, dove che agli uomini più fortunati di tempi migliori la virtù era una festa gioconda e il vizio un giorno di amaro faticare. Il tornaconto è il concime della nostra bontà, perchè la fame è un ladrone che temiamo; l'ammansiamo coli' elemosina e non sì tosto e' s'accheta, nulla si muove più in noi. La nostra beneficenza altro non è che una miglior polizia. I benefizi sono ora improfittevoli tanto a chi li fa quauto a chi li riceve, perchè dove cessa il bisogno allora soltanto comincia la gioia e col bisogno ha fine la nostra compassione. Noi siam capaci soltanto della virtù cristiana della commiserazione, ma non conosciamo più la virtù più bella del congioire. Noi diam pane al povero e non vino , e dimentichiamo che del pane si può far senza due giorni soltanto e settant'anni del vino. Che cos'è che rese Enrico IV di Francia il migliore dei re? Il desiderar ch'ei faceva, non che tutti i suoi sudditi avessero pane tutti i giorni, sì una gallina ogni settimana. Il nostro secolo piccino ha levato a cielo quale un bel trovato filantropico rubare ai cani le ossa per ammanirne zuppe alla Eumford ai pòveri ! I pii cristiani, se hanno in uggia gli eredi, fanno rizzar ospedali, e dànnosi pensiero che sia nudrita e sostentata ogni esistenza inferma, affinchè una rapida morte non ponga fine ad ima vita piena di angustie e di privazioni. Ma rizzar liberi e festanti anfiteatri, come i greci e i romani, fortunati più di^tìoij affinchè il povero popolo abbia una gioia intellettiva in cui immolare il suo frusto riseccb, ciò non è ancor venuto in mente a nessuno! A'dì nostri quegli soltanto è felice che jjuò por piede a corte o all' ospedale ;