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la. sapienza del popolo
D'accordo, direte voi, ma altro è dire altro è fare, e non è poi tanto facile astenersi dai debiti a questi stridori. Sono con voi, non è facile ; ma ditemi un po' qual è la cosa nobile, lodevole, degna d'ammirazione che sia facile a questo mondo? 0 non lo sapete di vecchio che ci siam cascati per sudare, stentare, far violenza a noi stessi, ai nostri appetiti, alle nostre passioni? Dunque se i nostri appetiti, le nostre passioni ci bisbigliano sotto sotto: — Via, pianta questo chiodo-e cavati questa voglia; po'poi non casca il mondo per un debito! — e voi un bel no chiaro e tondo; il peggio che possa costarvi codesto no sarà una privazione, una mortificazione, un'umiliazione , un po' di stento , di digiuno.... andiamo ; ma non avete voi la sanità, la gioventù, la robustezza, la soddisfazione interiore, l'indipendenza, la fronte alta e tanti altri compensi che valgono le mille volte un capriccio soddisfatto, una voglia raccheta , una vanità appagata? Ed ora tiriamo il sugo: 1.° Non toglier mai a prestito quando ci abbia probabilità, comunque remota, che tu non possa restituire; 2.° Non prestar mai quello che non sei disposto a dare ; 3.° Non entrar mai mallevadore per un altro se non puoi pagare , caso che l'altro fallisca. Io non sono mica un Franklin, ma certe cose le so per esperienza e experto crede Ruberto.
E dacché mi promettete di non piantar più debiti e di pagare quelli che avete contratto — e farete capitale davvero, come dice il nostro proverbio — vo' regalarvi in saldo e in via di confortino (già tutti siam sempre un po' fanciulli e ne piace il dolce) due aneddotucci che sono proprio il caso.
Un giovane uffiziale che avea più debiti della lepre, fu accostato un giorno da uno sgozzino che rivoleva il suo con una buona giunta.
-— Come vi chiamate, signore? — chiese senza batter palpebra l'uffiziale.