LA COSCIENZA.
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finché noi vegga morto e seppellito. Sentite in fatto i proverbi: La coscienza vale per mille accusatori e per mille testimoni — Grave più d'ogni pena è rea coscienza — Alla coscienza nessun può sottrarsi, e va dicendo. Un antico e lepido pievano tedesco, Abramo da Santa Chiara, così venia ragionando un giorno della coscienza a'suoi parrocchiani: u Fadcia pur freddo quanto vuolei ma la mala coscienza scotta il reo ; ei può succiar mele, ma sente però il gusto dell'assenzio nella coscienzia; può giacer sulle piume ma la coscienza lo punge come uno stecco; può essere una bellissima giornata ma la rea coscienza brontola e tuona; può essere un silenzio profondò ma la rea coscienza grida ed urla. La mala coscienza è un cane che sempre abbaia; un gallo che sempre canta; un fiume che sempre stroscia; un organo che sempre suona; un fumaiuolo che sempre filma; un carro che sempre stride; uno specchio che mostra tutto; un predicatore che parla senza barbazzale, ed un indovino migliore assai d'una zingara, n Così è, e il predicozzo faceto del buon pievano, per essere con la barba, non ha punto rimesso della sua attualità , come dicono i gazzettieri. Chi ammazza, chi ruba, chi spergiura, chi mentisce, chi pecca, in una parola, contro Dio, contro sè, stesso e contro i suoi simili, sente sempre una voce interna che gli grida: questo non va fatto; e se lo fa, tosto o tardi se ne avrà a pentire perchè: Non v'ha più acuto morso, di quello del rimorso. Mi rammento d'un bellimbusto che avea più debiti della lèpre e che non usciva che al bruzzolo per paura d'essere agguantato dai birri per le tante catture che aveva fuori. Una sera rasentando un muro, una falda del vestito gli si appiccò, non so come, àd un chiodo è lui a gridare con la tremarella: Per chi mi arrestate? Al tristanzuolo parea aver sempre i birri dietro e scambiò il