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LA. SAPIENZA DEL POPOLO
dicono che la sanità è un dattero che cresce soltanto sulla palma del povero.
Or come avviene che poveri e ricchi d'ogni nazione scialaquano spesso questo tesoro che è così difficile .ricuperare? Perchè non pongono mente ai proverbi che contengono tante salutari ammonizioni, tanti bei precetti igienici, tante regole provate del viver sano ? Sentite piuttosto ; c' è tauto da dire ch'io non so dove rifarmi: Poco vive chi troppo sparecchia — Chi vuol viver sano e lesto, mangi poco e ceni presto — Chi vuol morire, si lavi il capo e vada a dormire — Sole di vetro e aria di fessura mandano in sepoltura — Asciutto il piede e calda la testa e nel resto vivi da bestia — Bocca umida e piede asciutto — E meglio sudare che tremare — Mangia poco e bevi meno, a lussuria poni il freno — Ne ammazza più la gola che la spada — Non mangiar crudo, non andar col piede ignudo — Pane finché dura, ma il vino a misura — Più vuoto che pieno, più caldo che freddo, più ritto che a sedere — Se vuoi viver sano e lesto, fatti vecchio un po' più presto, ecc. Questo de'soli proverbi italiani; or che sarebbe se mettessi mano agli stranieri? Ci sarebbe da disgradarne Ippocrate e Galeno.
Se dunque il popolo vorrà ricordarsi de' suoi proverbi e mettere in pratica gl'insegnamenti salutari che in essi cohtengonsi, rado o non mai ammalerà. Che se ciò non pertanto gli avvenga, ecco il proverbio che si fa medico e gli dice : Ogni mal fresco si sana presto — Acqua, dieta e serviziale, guarisce d'ogni male — Astinenza è prima medicina — Braccia al petto (o al collo), gamba a letto — Doglia di testa vuol minestra — La gotta, non vuol nagotta (lombardismo, per niente) — Ungi e frega, ogni mal si dilegua — Dolori, olio dentro e olio fuori—Dottor Quiete, dottor Dieta e dottor Lieto; e giù di lì.