PROVERBI SUGLI AVVOCATI.
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non contemplano che i membri indegni di queste due classi spettabili di cittadini.
Il suddetto proverbio, con altri molti della stessa zolfa, sta a dimostrare che, fra i tanti malanni che ci piovono addosso in questa valle di lagrime, una lite fra capo e collo è forse il peggiore, per la borsa almeno che alleggerisce e pel cattivo sangue che ci fi» fare ; e che è più profittevole le mille volte fare un sacrifizio e impattarla che incocciarsi a far ridere gii avvocati. Sentite un po' quanti argomenti ad hominem puntellano il consiglio salutare di fuggir le liti come la peste: Chi a piatisi avvicina, a mi-stria s'incammina — Piatire, dolce impoverire — Il litigare è uno smagralitigatori e ingrassavvocati — Tra due litiganti il terzo gode — La veste dei dottori è foderata dell' ostinazione dei clienti — Gli sciocchi e gli ostinati, fanno ricchi i laureati; e giù di là. Quanto agli avvocati poi sentite che intemerata: Agli avvocati piacciono i ducati — L'avvocato non ha l'occhio alla borsa del cliente, ma alla sua — Alla porta dell' avvocato, altro ci vuol che martello — La borsa trema innanzi la porta del giudice e dell'avvocato — La penna dell'avvocato è un coltello di vendemmia — Con le mani in mano non si va dai dottori — Dagli avvocati e dal pan mendicato, libera nos Domine, e vattene là. E ce n'è anche pei procuratori: Procuratori, pelatori, piluccatori, pericolatori, e questo danese che vale un Perù : La virtù sta nel mezzo , disse il diavolo sedendo fra due procuratori.
Del rimanente gli avvocati stessi sono convinti che a fregarsi con loro non c'è da guadagnare. Uno di essi, capo armonico, dopo essersi arricchito alle spalle dei clienti, si fece fabbricare un bel palazzo e ci pose su per epigrafe queste parole : Discordia civium, concordia lapidum (discordia dei cittadini,