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LA. SAPIENZA DEL POPOLO
CAPITOLO VII.
Teologia dei Proverbi.
Nel capitolo antecedente mi sono studiato chiarire succintamente il valore etico dei proverbi ; resta ora ch'io tocchi alcunché della loro teologia, vale a dire, degli aspetti sotto cui essi contemplano, non più le attinenze dell'uomo co' suoi simili, ma quelle da cui dipendono in ultimo le altre tutte, vale a dire , le attinenze dell' uomo col suo creatore. A vero dire,, fra il subbietto del precedente e quello del presente capitolo ini è riuscito, sto per dire, impossibile tirare una linea precida di distinzione. Molte cose svolte in quello potevano non meno acconciamente aver luogo in questo; ed alcune riserbate per questo potevano esser già state trattate in quello. Quel che mi propongo però trattar ora più direttamente si è, che cosa dicono i proverbi rispetto il governo morale del mondo, e , ciò che più monta , rispetto il suo governatore ? Come si appresenta tutto ciò alla mente ed alla coscienza popolare attestate dai proverbi ? In altri termini : qual si è la teologia dei proverbi ? Dacché, buona o cattiva, è un fatto irrefragabile che i proverbi hanno anche la loro teologia.
Qui, come altrove, la loro testimonianza è mista. Il buio, l'errore, la confusione del cuore dell'uomo, attraverso i quali ei vede spesso stortamente e non di rado nulla, sonsi incarnati nella sua parola. Però, essendo natura stessa del falso, nelle sue manifestazioni separate, risolversi in nulla, mentre il vero dura eterno, così è avvenuto che, generalmente, in quei proverbi che portano lo stampo della durabilità •