MORALITÀ DEI PROVERBI.
113
Baschi: Dio è un buon lavoratore, ma vuol essere aiutato. E questi e simiglianti proverbi non erano ignoti, nella loro sostanza almeno , al fondatore di quella religione che si ritiene comunemente improntata da un cieco ed indolente fatalismo, vo' dire Maometto, se il seguente mirabil detto che gli si attribuisce è veramente suo. Una sera, dopo una marcia lunga e faticosa attraverso il deserto, ei mettevasi a campo co'suoi seguaci, quando udì un tratto uno di essi esclamare: « Io sciorrò il mio cammello e l'accomanderò a Dio n al che Maometto prontamente rispose: u Amico, lega il tuo cammello, e raccomandalo a Dio n in altri termini, fa prima tutto ciò che toeca a te a fare e il rimanente lascia nelle mani della Provvidenza; pia fino a che tu non hai ciò fatto, fino a che non hai aiutato te stesso, non hai diritto di pretendere che il cielo ti aiuti.
11 seguente accoppia squisitamente la modestia genuina alla maschia coscienza del proprio valore: Siedi al tuo posto e nessuno può farti alzare ; ed è stringente questo spagnuolo sulla vera dignità che vi ha spesso nel far le cose da noi stessi anzi che lasciar che gli altri le faccian per noi; Chi ha una bocca non dica ad altri: soffia! (Quien tiene boca, no diga a otro, sofia). E qual parte di ciò che ho chiamato la mascolinità dei proverbi, sono degne specialmente di nota le nobili espressioni che tanti di essi contengono per incuorare gli uomini a sfidare la sorte avversa, a perseverare, ad agguerrirsi contro le avversità, chè in fin dei conti i forti e i perduranti finiscono per trionfare. Eccone in saggio alcuni : Noi} si serra mai una porta che non se n'apra un' altra, comune a molte lingue ; Dopo il cattivo ne viene il buono — Dietro al monte c' è la china — Non nevica tutto il verno — Ogni male ha la sua ricetta — Ogni domane porta il suo pane — Tutto il mal non vien per nuocere — Quando il caso è La Sapùma del popolo. 8