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LA. SAPIENZA DEL POPOLO
corpo dei proverbi di tutte le nazioni. Assai pochi son quelli che insegnano che la fortuna è tutto, e che la nostra sorte stia in altre mani che le nostre Alcuni ve n' ha per vero, ma sono eccezioni, a cui soglion ricorrere gli sfaticati, gli oziosi, i giuocatorì, tutti coloro, e sono tanti in Italia, che aspettano la manna dal cielo, quali sarebbero : Assai ben balla a chi fortuna suona — Fortuita e dormi. Ma la più parte però accettano coraggiosamente la santa legge del lavoro e. la raccomandano come legge e condizione fatale dell'uomo: Il lavorare è un mezzo orare (uguale al latino medievico: Qui laborat, orai) — Lo stare indarno non è il fatto nostro —¦ L'ozio è il padre di tutti i vizi — Chi si vergogna di lavorare, abbia vergogna di mangiare — Chi vuol riposare, convien travagliare — La fatica genera la scienza, come Vozio la pazzia — Chi figge fatica non fa la casa a tre solai — Lavoro è sanità — Affaticati per sapere e lavora per avere, ecc. ecc. — E dove andrai bue che non ti tocchi ad arare? (Ahont aniràs, bou, que no llaures) dicono i catalani a coloro che credono sottrarsi, mutando paese, alla salutare e provvidenziale necessità del lavoro. Il seguente, assai bello, appartiene ai turchi: Non è col dir miele miele, che la dolcezza viene in bocca, e a molte lingue quest'altro con la sua immagine calzante: La pigrizia è la chiave della povertà; mentre tutte quasi le nazioni hanno proverbi come il seguente: Chi s'aiuta, Iddio l'aiuta 1 o, con una leggiera variante, appo i
i I lettori della Biblioteca Utile sanno che, sotto questo titolo, ho tradotto, arricchendolo di note, un libro veramente aureo e popolarissimo in Inghilterra: Self Help di Samuele Smiles. Questo libro, che è il Vangelo della religione del lavoro, dovrebbe essere il vade-mectm di tutti gli italiani i quali, generalmente parlando , sono appena iniziati a questa religione universale.