98
LA. SAPIENZA DEL POPOLO
Il tradimento, tanto frequente anticamente in Italia, è coś simboleggiato in quest'altra frase proverbiale: Aver le frutte di frate Alberigo, di cui canṭ l'Alighieri nell' Inferno (33)
.....r son frate Alberigo,
Io son quel dalle frutte del mal orto Che qui riprendo dattero per figo.
Il Landino reca la spiegazione seguente: u Costui fu de'Manfredi, signori di Faenza, e nella sua età divenuto cavaliere gaudente fu detto Frate Alberigo, e fu tanto crudele che essendo in discordia con i consorti, cupido di levarli di terra, finse di volersi riconciliare con loro e dopo la pace fatta gli- conviṭ magnificamente e nella fine del convitto comanḍ che venissero le frutta: le quali erano segno dato a coloro che avessero ad ucciderli. Adunque di subito saltarono dentro ed uccisero tutti quelli che Alberigo voleva che morissero. Onde ancora ai d́ nostri proverbialmente, quando vogliamo mostrare che alcuno è stato percosso, diciamo con Dante:
Aver le frutta di frate Alberigo. »
Anche le fiere ire di parte e le perfide vendette che tante pagine insanguinarono della nostra istoria, ci furono tramandate in qualche memorabile espressione proverbiale. Quando Rinaldo degli Albizzi fu sbandito per l'energica condotta di Cosimo de'Medić il fuoruscito manḍ a Cosimo una minaccia con la frase proverbiale che la gallina covava! volendo significare ch'egli stava maturando la sua vendetta. Al che Cosimo, non meno astuto che impererito, rispose sulla medesima zolfa che mal si covava fuori del nido!
La ciancia maligna, la maldicenza codarda, il levare i pezzi d' ognuno che partesi dalla conversazione, vizio ingeneroso e vezzo abbietto non dell'antica Italia soltanto, furono stimatizzati in quest'altro