IL PROVERBIO DELLE PESCHE.
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Il Comune di Poggibonsi costumava pagare, il di di San Bernardo, alla Corte di Toscana un tributo di pesche che venivano per solito distribuite per ischerzo fra le dame e i paggi della Corte. Ora avvenne che un anno scarsissimo di pesche, il buon popolo di Poggibonsi, trovandole assai care, inviasse in lor vece in tributo parecchi panieri di belli e saporiti fichi, i quali, non appena furono consegnati, i paggi stizziti ed insolenti cominciarono a scaraventare addosso ai mal capitati inviati di Poggibonsi. Costoro, vista la mala parata, se la diedero naturalmente a gambe, tutti imbrattati di polpa di fichi, e pensando che con le pesche più dure sarebbe stata una grandine ben più soda e scrosciante, si tennero bene avventurati, esclamando: Pur beato che le non furon pesche! 1
i Nelle Cento Novelle antiche trovo un' origine più antica di questo detto proverbiale : * Un fedele d' un signore che tenea sua terra, essendo ad una stagione i fichi novelli, il signore passando per la contrada di questo suo fedele, vide sulla cima d'un fico un bel fico maturo. Fecelsi cogliere. Il fedele si pensò: da che gli piacciono io lo guarderò per lui e si pensò d'imprunarlo e di guardarlo. Quando furono maturi gliene portò una soma credendo venire in sua grazia. Ma quando li recò la stagione era passata, che ve n' erano tanti che quasi si davano ai porci. Il signore veggendo questi fichi si tenne bene scornato e comandò a'fanti suoi che'l legassero e togliessero quei fichi e a uno a uno ne gli gettassero contro il volto. E quando il fico gli veniva presso all'occhio e quegli gridava : Domine ti lodo. Li fanti per la nuova cosa l'andavano a dire al signore. Egli domanda perché diceva cosi e quegli rispose : » Messere perchè io fui incorato di recare pesche che se l'avessi recate sarei ora cieco. » Allora il signore cominciò a ridere e fecelo sciogliere e donogli per la nuova cosa ch'avea detto. » — Per questa novella, soggiunge il Borghini, ci è rimasto ancora il proverbio:' Pur beato che elle non furon pesche!
la Sapienza del popolo.
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