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LA. SAPIENZA DEL POPOLO
poco buon nome; e ne porgono testimonianza, fra i molti, i proverbi seguenti: Il soldato per far male è ben pagato — Soldato, acqua e fuoco presto si fan loco — Dove è guerra non fu mai dovizia — Guerra-cominciata, inferno scatenato — La guerra fa i ladri e la pace gli impicca — Per la ragion di stato e di confini, son rovinati ricchi e poverini, ecc. Per ultimo dove trovare una testimonianza più luminosa degli antichi dissidi italiani, delle guerre intestine, delle rivalità, delle inimicizie, degli astii fra le varie città d'Italia di quella dei proverbi ? La va a chi può trinciarsi meglio i panni addosso, ed eccone alcuni in saggio: Chi ha a fare con Tosco, non deve esser losco — A Venezia chi vi nasce mal vi si pasce — Genova, aria senza uccelli, mare senza pesce, monti senza legna, uomini senza rispetto — A Padova, i giudici danno la ragione ad cimbe le parti — Napoletano, largo di bocca e stretto di mano — Pugliese, cento per forno ed un per paese — Romagnuol della mala Romagna, o ti giunta o ti fa qualche magagna — Romaneschi, non son buon nè caldi nè freschi — I Salernitani ingannano il diavolo — Fiorentini ciechi, Senesi matti, Pisani traditori, Lucchesi signori — Maremmani, Dio ne scampi i cani — Chi va a Roma e porta un buon borsotto, diventa abate o vescovo di botto — A Roma dottori, a Napoli ladroni, a Genova scavezzi, a Milano tagliacan-toni, a Venezia forestieri, a Fiorenza scordassieri, ecc. Non è questa la filosofia della storia antica d'Italia? E siam noi guariti affatto di questa antica lebbra municipale? Siamo davvero un'Italia una?
Certi proverbi o modi di dire proverbiali italiani, oltre i dissidii e le vergogne, ci rivelano certi usi e costumanze ora al tutto dimenticate, come a cagion d' esempio il seguente : Pur beato che le non furon pesche! il quale originò, dicesi, in questa maniera: