PROVERBI FAMILIARI.
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famosi appellavansi a qualche proverbio o profferivano qualche motto che, per la sua acconcezza, diveniva tale. Quando fu apposto a Nerone di attendere con soverchio ardore allo studio della musica, ei turò la bocca a' suoi censori col proverbio greco: Un artista campa in ogni dove. Quell' imperatore preludiava a Rousseau, il quale voleva che a' fanciulli s'insegnasse qualche professione o mestiere. Quando Cesare, dopo essere stato lungamente in forse, si risolvette passare il Rubicone (il che diede origine alla frase proverbiale: Ha passato il fiume) incuorò sè stesso ed i suoi col motto divenuto famoso e frequentissimo: Aleajacta est! (il dado è tratto). La risposta di Paolo Emilio ai parenti di sua moglie che lo garrivano di essersi separato da lei senza cagione plausibile, è divenuta un proverbio vigente tuttodì. L'eroe romano non negò le virtù e le belle doti della moglie sua; ma mostrando ai parenti la sua scarpa che pareva ben fatta osservò: Nessuno di voi sa dove la scarpa mi preme! Egli adoperò una frase proverbiale la quale mercè la sua proprietà è divenuta una delle più popolari.
Hannovi, per vero, proverbi connessi ai caratteri di uomini eminenti, i quali o furono loro familiari od ori-ginaron con essi, ed una collezione di essi formerebbe una curiosità storica. Al celebre Bajardo, il cavalier sans tàche et sans peur, vanno debitori i francesi d'un proverbio militare che odesi ancora al dì d'oggi: Ce que le gantelet gagne, le gorgerin le mange, (ciò che la manopola guadagna, sei mangia il collarino), il quale sta a dimostrare che il magro soldo, ed alle volte anco il bottino, non bastano a sopperire alle pompe ed alla lindura del soldato. Erasmo aveva un suo proverbio prediletto: Festina lente (affrettati lentamente), che avrebbe voluto vedere inscritto in ogni dove, e ohe ha qualche somiglianza con la