COMMEDIE E BALLETTI DI PROVERBI.
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è mensura publica, ciascuno tagli il mantello secondo il panno che ha n e giù di 11.
Un'altro esempio dell'uso dei proverbi fra gli uomini di stato inglesi fa rinvergato da D'Israeli in una lettera manoscritta di sir Dudley Carlton, scritta nel 1632, intorno al processo di lord Middlesex : u Questo signore, dice la lettera, perorò oggi la propria causa davanti la Corte del Tesoro che lo accusa di aver sottratto ottantamila lire sterline. Come se la sia cavata non so; ma rammentatevi il proverbio francese: Qui mange de l'oiedu Rai, chiera une piume quaranti ani après.
Come in Inghilterra, i proverbi furono in voga per lungo tempo in Francia, e nella corte splendida e raffinata di Luigi XIV diedero origine ad un passatempo curioso, vale a dire, a commedie e balletti fantastici. Il Duca della Valliére descrive una Commedia di proverbi, rappresentata nel 1634 con successo prodigioso: essa è gaia, brillante, bene scritta e curiosa pei molti e vaghi proverbi innestati felicemente nel dialogo.
Un tentativo più straordinario fu un balletto di proverbi. Prima che l'opera fosse introdotta in Francia, gli antichi balletti formavano il divertimento principale della corte, e lo stesso Luigi XIV non isde-gnava rappresentare una parte. Questo trovato singolare di formar co' proverbi una danza pantomimica è essenzialmente francese ed abbiano un ballet des proverbes, dansé par le Roi en 1654. Ad ogni proverbio la scena cambiava adattandosi al subbietto. Recherò due o tre delle entreés per porgere qualche nozione di questi capricci. Il proverbio suonava: Tel menace qui a grand peur, e la scena era composta di zanni squarcioni e millantatori, picchiati da ultimo e posti in fuga da alcuni onesti borghesi. Ad un'altra entrée il proverbio diceva: L'occasion fait le