ANTICHITÀ DEI PROVERBI.
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I laconismi dei Lacedemoni partecipavano manifestamente dello stile proverbiale, non ha dubbio, e null'altro erano assai spesso che proverbi addirittura. Gli esempi stessi addotti da Platone di siffatto laconizzare sono i due proverbi venerandi dell' antichità: Nosce te ipsum! Ne quid nimis!
Tutto ciò sublima la scienza dei proverbi ed indica che queste sinopsi o compendi del sapere adducono grandi risultati con una parsimonia di parole prodiga di senso. Essi hanno perciò preservato molte brevi sentenze non ripetute dal popolo.
È evidente però che gli scritti primitivi di ciascun popolo sono sparsi dei loro proverbi più familiari o domestici, essendoché essi s'indirizzassero più direttamente ai loro bisogni. Franklin, che puossi considerare fondatore d'un popolo collocato improvvisamente in uno stadio di civiltà che non poteva esser dotato per anche di una letteratura, scopri la piega filosofica del genio di esso quando arricchì i suoi v famosi almanacchi di proverbi innestandoli ingegnosamente in un discorso sconnesso recitato da un vecchio che assisteva ad una vendita per incanto. u Questi proverbi — die' egli — contenenti la sapienza di molti secoli e nazioni, raccolti che furono i loro sparsi consigli, fecero una grande impressione. Essi furono ristampati in Inghilterra in un gran foglio di carta ed appesi nellé case e furon tradotti due volte in Francia e distribuiti fra la povera gente, n
Lo stesso era avvenuto in Inghilterra anzi che il leggere si diffondesse fra il popolo. Anche dopo il regno di Elisabetta, gli inglesi costumavano inscriver proverbi in ogni dove, nei loro stemmi gen-tilizii sulle lame delle loro spade, sul vasellame,
i Anche al di d'oggi negli obituarii inglesi sono a vedersi frequenti stemmi col loro motto che è il più delle volte un proverbio riferentesi al nome od alla qualità od a qualche incidente storico della famiglia cui apparteneva il defunto.