ANTICHITÀ DEI PROVERBI. 83
ed appropriati alle sue capacità ed al suo umore: facilmente rammentati e prontamente applicati; e ¦costituiscono la filosofia popolare, non di rado più razionale e più sana della filosofia delle scuole. Chiunque desidera apprendere come pensa e come sente il popolo dee anzi tutto studiare i suoi assiomi proverbiali. I proverbi della via, del mercato, della piazza, fedeli alla natura, e durevoli soltanto perchè fedeli ad essa, sono monumenti orali che mostrano come la plebe di Atene e di Roma fosse identica a quella di Parigi e di Londra.
I proverbi esistevano innanzi ai libri. Gli spagnuoli fanno risalire l'origine dei loro refranes que dicen las viejas tras el huego (proverbi delle vecchie sedute al fuoco) ad un'epoca anteriore alla scrittura, dalla circostanza eh' essi incontransi nelle romanze più antiche e nel più rozzo idioma volgare. Il poema più antico dell' Edda 1 il sublime canto di Odino, abbonda di proverbi vetusti e ritraenti al vivo gli scandinavi primitivi. Nelle età più remote i proverbi, non ha dubbio, furono il linguaggio parlato, e non scritto ancora, della moralità ed anco delle arti utili. A somiglianza delle tradizioni orali degli ebrei, essi discesero di secolo in secolo sulle labbra delle generazioni successive. Il nome del primo savio che sancì il motto fu, coli'andar del tempo, dimenticato, mentre 1' opinione, la metafora o l'espressione rimase con-
1 Così chiamasi la raccolta delle antichissime tradizioni nordiche, compilata da Saemund Sigfusson, sacerdote islandese, nel secolo XI. Molto si è disputato intorno la data presumibile dei vari poemi dell 'Edda. Schimmelmann, che li ha tradotti in tedesco, dice che l'Edda è la parola stessa di Dio e il libro più antico del mondo. Gaerunsson, svedese, afferma positivamente ch'essa è contemporanea a Mosé e che in Isvezia trova vasi incisa in tavole di bronzo trecento anni prima della fondazione di Troja.