APPLICAZIONE DEI PROVERBI.
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maggiore del tentare di restringerlo ad una sola applicazione, mentre è della sua essenza trovarne sempre o crearne per sé delle nuove.
Addurrò in prova di ciò un proverbio scritturale, uno pronunziato da Gesù nelle sue ultime profezie sopra Gerusalemme: Dovunque sarà il carname quivi s' accoglieranno l'aquile (S. Matt. xxiv, 28) desunto probabilmente da Giobbe (xxxix, 30). Chi oserebbe affermare che il Cristo abbia esaurito il significato di questo motto meraviglioso? Non è esso realmente inesauribile? L'istoria tutta è un commento a queste parole. Dovunque è un popolo, od ima chiesa abbandonata dallo spirito della vita e divenuta per tal modo un carcame, una carogna che infetta l'atmosfera del mondo morale di Dio, quivi accolgonsi i ministri e messaggieri della divina giustizia, le aquile (o più propriamente gli avoltoi, che la vera aquila non si ciba se non della preda che uccide essa stessa), odorando da lungi, per un istinto meraviglioso , il lurido pasto cui fu loro commesso rimuovere dalla faccia del giorno. Questo proverbio (dacché il motto passò sulle labbra degli uomini e divenne tale, ad esempio, nella lingua nostra: Dove son carogne, son corvi. — Non gira il nibbio che non sia vicina la carogna) avverasi del continuo. I perversi Cananei erano il carname quando i figliuoli di Isdraelle posero piede nella loro contrada, aquile inviate a torlo di mezzo. In processo di tempo gli Ebrei stessi divennero alla loro volta il carname e i Romani le aquile; e quando, nell'epoca della decadenza , l'impero romano ebbe perduto al tutto lo spirito di vita e tutte quelle domestiche e nazionali virtù che lo avevano reso meritamente grande, le orde settentrionali, ora aquile, piombarono sopra di esso, dilaniandolo a brano a brano e sgombrando il luogo ad una nuova creazione che doveva sorgere