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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   rammaricano della sua splendida diffusione e se ne stanno ancora coi simulacri e le superstizioni diaboliche; si vale ancora di quanti abbiam ricordato scissi dall'unità della Chiesa, come da una vite potata : scismatici ed eretici.
   31. Io credo.
   S. Tommaso d'Aquino (1225-1274) Explan. in Symb.
   (P. A. Puccetti, 0. P. : San Tommaso d'Aquino. - S. E. I. Torino).
   Dirà qualcuno: è da sciocchi credere ciò che non si vede. Si risponde che questo dubbio viene anzitutto tolto dall'imperfezione del nostro intelletto; perchè se l'uomo potesse da se stesso conoscere perfettamente tutte le cose visibili ed invisibili, sarebbe davvero sciocco a credere ciò che non vede. Invece la nostra conoscenza è così debole, che nessun filosofo potè mai penetrare a fondo la natura di una mosca soltanto, e leggiamo anzi che uno scienziato spese trenta anni nella solitudine per conoscere la natura delle api. E se la nostra mente è tanto debole, non sarebbe da stolti il non voler credere intorno a Dio se non quelle sole verità che l'uomo può conoscere colle sue forze? Perciò sta scritto: « Ecco il grande Iddio, che vince la nostra scienza » (Giob. 36, 26).
   Secondo: si può rispondere che sarebbe ritenuto per un grande insensato quell'analfabeta, il quale, non intendendo quanto dicesse il maestro, affermasse che il maestro ha torto. Ora sappiamo che l'intelligenza dell'Angelo supera quella del primo filosofo, più che l'intelligenza di questo filosofo non superi quella dell'uomo ignorante. Quindi, come sarebbe stolto quel filosofo, che non prestasse fede alle parole dell'Angelo, così lo sarebbe molto maggiormente se non volesse credere alle parole di Dio. Quindi dice la S. Scrittura: «Ti sono state mostrate moltissime cose al di sopra della capacità degli uomini » {Eccli. 3, 25).
   Terzo: si può rispondere che se l'uomo non volesse credere se non quello che conosce, gli resterebbe impossibile vivere in questo mondo. Come infatti potrebbe campare, senza credere mai a nessuno? Come saprebbe che il tale è suo padre? Quindi è necessario che l'uomo presti fede a qualcuno, su ciò che non può conoscere perfettamente da se stesso; nessuno poi merita tanta fede come Dio. Per tale ragione quelli che