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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 150 —
   al mondo può assomigliarsi anclie in minima parte alla gioia dell'eterna vita, così non c'è paragone fra qualsiasi terreno dolore e i dolori sempiterni dei dannati.
   Dunque raflòrzati, fratel mio, con l'aiuto di Dio nel quale credi, contro gl'irrisori della fede nostra. Il diavolo parla per essi parole seducenti, massime a scherno della risurrezione.
   Da te medesimo puoi convincerti che esisterai se ora esisti, quando esisti che prima non esistevi. Dov'era codesto volume del tuo corpo, la sua forma e la sua compagine, pochi anni fa? Quando ancora non eri nato e nemmen concepito, dov'era questa mole e questa dimensione? Non forse fu per invisibile formazione divina, che dai segreti reconditi della creazione e attraverso graduali accrescimenti, venisti così grande e così formato? Sarà dunque difficile a Dio, che in un momento popola di nubi sconosciute il cielo e lo ricopre tutto in un batter d'occhio, gli sarà difficile rendere il tuo corpo com'era quando potè farlo che non era?
   Credi dunque fortemente inconcussamente che quanto apparisce sottratto agli occhi umani e quasi perduto, rimanga salvo e intero per Iddio; il quale, ove nella sua giustizia lo creda, può senza indugio e difficoltà restituirlo. Così può ben far ragione delle azioni degli uomini nel corpo loro, o rendendolo incorruttibile per meriti, o corruttibile nel senso che riceva e sostenga eterni dolori, senza dissolversi nella morte.
   Fuggi dunque, fuggi, o fratello, con fede irremovibile e con santi costumi, tormenti tali ove i tormentatori non si fiaccano mai, i tormentati non muoiono: ove è continua morte il non poter morire. Ardi d'amore e di brama per la perenne vita dei santi, ove l'agire non affatica e il riposare non impigrisce, ove sarà lodato Dio senza sazietà e senza fine, ove niun tedio addolora l'anima e niun malanno il corpo, ove non si daranno indigenze, o tue a cui sperare soccorso, o altrui a cui portare soccorso. Ogni delizia si ritroverà in Dio e nella beatitudine di tutta la santa città che di Lui ed in Lui lieta e saggia vive. Diverremo eguali agli Angeli di Dio, ce lo disse egli stesso; godremo della Trinità senza quei veli ne' quali oggi pellegriniamo. Crediamo oggi quanto non vediamo; per questa fede vedremo quanto crediamo, e ne vivremo. Non si proferiranno, allora, parole di fede e sillabe sonanti sull'unità e trinità di Dio; ma ne saremo penetrati nel silenzio d'una purissima e ardentissima contemplazione.
   Tieni tutto ciò fermo nel tuo cuore, e invoca Iddio, nel quale credi, perchè ti difenda contro le tentazioni del diavolo. Sta cauto perchè questo non s'insinui per altre vie: a sollievo di sua dannazione cerca compagni coi quali dannarsi. Non si vale, per tentare, solo di quanti odiano il cristianesimo e si