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visto, dal Dito di Dio, cinquanta giorni dopo aver celebrata la simbolica Pasqua, uccidendo l'agnello, mangiandolo, segnando le porte del suo sangue, per difesa. Alla stessa maniera, cinquanta giorni dopo la passione e morte di Gesù, vera Pasqua, scese lo Spirito Santo, non già con le tavole di pietra; ma, quando gli Apostoli erano adunati nello stesso luogo, si udì un improvviso suono dal cielo, come un soffio poderoso di vento; videro tante lingue fiammeggianti come di fuoco, e incominciarono a parlare così, che ciascuno dei forestieri presenti li intendeva nella sua lingua. A Gerusalemme convenivano Giudei da ogni paese, ove erano dispersi e dove parlavano le diverse lingue delle diverse nazioni.
L'opera degli Apostoli.
Indi gli Apostoli, predicando fiduciosamente Gesù, operarono nel nome suo prodigi grandissimi: al passaggio di Pietro, l'ombra sua toccò un morto e lo rese alla vita.
I Giudei, al vedere i prodigi che si operavano nel nome di Colui che, un po' per invidia un po' per errore, avevano crocifisso, parte finirono d'irritarsi e perseguitarono anche gli Apostoli, parte pentiti si convertirono — e furon molti — meravigliati appunto di tali prodigi fatti in nome di chi si credevano aver oppresso e vinto. Non bramarono più benefici temporali, non più regno terreno, non più aspettavano carnalmente il Messia: ma intesero e amarono immortalmente Colui che per essi e da essi tanto aveva mortalmente patito; aveva loro condonato anche la colpa d'averlo ucciso; col-l'esempio della sua risurrezione li aveva incitati a sperare e bramare l'immortalità.
Mortificando i desideri terreni del vecchio uomo e accesi nella novità della vita spirituale, vendevano, secondo il precetto di Cristo, quanto possedevano, e ne deponevano il prezzo ai piedi degli Apostoli, perchè lo distribuissero secondo le necessità. Vivendo nella concordia della carità cristiana, non avevan nulla di proprio; ma tutto era ad essi comune, anche l'anima, e il cuore.
Soffrirono dai carnali Giudei persecuzioni nei loro corpi; furon dispersi. Con tal dispersione, disseminavano più largamente il nome di Cristo, imitavano più da vicino la sua pazienza. Colui che, mansueto, li soffrì, ora li faceva soffrire, mansuefatti, per lui.
Del novero dei persecutori fu anche Paolo, e incrudelì terribilmente sui cristiani; ma da poi che fu credente ed apostolo, patì per Cristo assai più che non fece per Cristo patire. Fu mandato a predicare fra le genti, per tutto fondava chiese,