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tutti, tanto invidiosi come se volessero bendare gli ocelli o cavarli a tutti perchè non vedano il sole. Clie cosa altro è infatti il negare agli uomini la sapienza se non sottrarre alle loro menti la luce vera e divina? Se la natura dell'uomo è capace di sapienza, bisogna che operai, contadini, donne e tutti infine quelli che appartengono al genere umano siano ammaestrati perchè sappiano, e che la classe dei sapienti sia costituita da tutte le favelle, condizioni, sessi, età. È pertanto un validissimo argomento, che la filosofìa non conduce alla sapienza nè è essa stessa sapienza, il fatto che il suo culto sia riservato a quelli che hanno barba e pallio. Questo compresero perfino gli stoici, i quali dissero che devono filosofare anche gli schiavi e le donne: lo comprese persino Epicuro, che invitava alla filosofia i digiuni d'ogni cultura letteraria, ed anche Platone che ha voluto costituire la cittadinanza di sapienti.
Essi si sforzarono di fare ciò che la verità esigeva, ma non si andò oltre le parole, perchè occorrono molte cognizioni per poter accedere alla filosofia.....
Non possono imparare tutte queste cose le donne, che negli anni giovanili debbono apprendere le mansioni domestiche, e nemmeno gli schiavi, che debbono servire specialmente negli anni in cui potrebbero studiare, nè i poveri, nè gli operai od i contadini che colla fatica debbono provvedere il pane quotidiano.
Ecco perchè Tullio dice che la filosofia abborre dalla folla. Epicuro vuole accogliere gli ignoranti; ma come comprenderanno le cose che si dicono sui principii delle cose, concetti complicati e profondi per gli stessi uomini colti? Che posto c'è per l'uomo inesperto ed incolto in questioni controverse per oscurità, confuse per diversità di mentalità, plasmate da raffinata loquela di valenti oratori? Perciò non insegnarono a filosofare a nessuna donna, se non ad una, che si ricordi, Tomista, ed a nessun schiavo fuorché uno, Fedone, che si dice sia stato liberato ed istruito perchè serviva male. Citano anche Platone e' Diogene i quali, tuttavia, non furono schiavi ma capitarono temporaneamente in schiavitù.....
La dottrina celeste, perchè è la sola sapienza, fece da sola tutto ciò che essi capirono necessario per legge di natura, senza esser capaci di fare e senza sperare che potessero fare altri filosofi. Come possono convincere alcuno quelli che non convinsero se stessi, come frenare le passioni di alcuno, moderare l'ira, contenere la libidine, quando essi stessi sono soggetti ai vizi e confessano che la natura è più forte di loro?.....
La loro sapienza quindi al massimo nasconde i vizi, non li elimina; mentre pochi precetti di Dio cambiano così radicalmente l'uomo e lo rinnovano da renderlo irriconoscibile.