Stai consultando: 'La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole Volume I - La Fede', Can. Giulio Bonatto

   

Pagina (129/178)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (129/178)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 114 —
   delle costellazioni; e paragonavo tutto ciò con le espressioni di quel Manicheo che molte cose scrisse su tale argomento, cadendo nelle più grosse scempiaggini; nè per riconoscerle avevo bisogno di rammentare quanto avevo appreso nei libri della sapienza del secolo, relativamente ai solstizi, agli equinozi e all'eclissi, poiché le scempiaggini del Manicheo erano troppo diverse e lontane dalla ragione dei calcoli, e dalle stesse mie dirette osservazioni di tale evidenza che ero ben costretto a credere.
   Porsechè, o Signore Dio di verità, chi conosce tali cose è perciò di tuo piacimento? Ma è veramente infelice l'uomo, il quale, pur conoscendo tutte quelle cose non conosce te; beato invece è colui che conosce te, o Signore, sebbene ignori quelle cose.
   Colui poi il quale alla conoscenza tua aggiunge pur quelle cognizioni, non perciò ottiene maggior felicità; ma soltanto per Te egli è veramente beato, se ti glorifichi riconoscendoti come Dio; e ti renda grazie di ogni sua scienza, e non divenga vanitoso nei propri pensieri.
   3.
   La filosofìa e la verità.
   Lattanzio, Divinae Institutiones (scritte v. il 305), 7, 7.
   Questa somma di verità i filosofi non poterono raggiungerla, e perciò non poterono raggiungere la Verità. Essi videro e spiegarono quasi tutte le verità di cui essa risulta, ma chi ne presentò una chi un'altra, senza ravvisarne nè le cause, nè le conseguenze, nè le ragioni, in modo da compiere quella somma che contiene il tutto.
   Sarebbe facile dimostrare che quasi tutta la verità la si trova divisa e distribuita attraverso le varie scuole dei filosofi. E se ci fosse stato alcuno che avesse raccolto la verità sparsa nei singoli filosofi e divulgata nelle scuole, e l'avesse redatta in un corpo di dottrina, egli certo non dissentirebbe da noi. Ma non può fare ciò se non uno che conosca la verità. Ora non può conoscere la verità se non colui che è ammaestrato da Dio: poiché non potrebbe altrimenti rifiutare ciò che è falso, eleggere ciò che è vero. Ma se per caso alcuno riuscisse a ciò, sarebbe il miglior filosofo ; e sebbene egli non potesse difendere quelle verità colla testimonianza di Dio, tuttavia la verità si illustrerebbe da sè colla sua propria luce.
   Sono quindi in un gravissimo errore coloro che, quando