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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 100 —
   6° L'inferno. — È lo stato delle anime respinte da Dio. Sarà anche un luogo e non sappiamo dove.
   La sua esistenza è ammessa da tutte le religioni. Anche la ragione umana si ribella a collocare insieme chi moriva tra gli stravizi dell'ultima crapula e chi moriva vittima innocente dell'odio dei cattivi. La rivelazione è esplicita. Nei Vangeli Gesù ripete 15 volte questa verità. Si ricordi la parabola del ricco epulone (Le. 16, 19). Da essa siamo avvertiti che nell'inferno si soffre il fuoco e siamo diffidati a non aspettare apparizioni di morti dall'altro mondo per credere. A proposito dell'inferno Gesù ripeteva le parole di Isaia (66, 24) : « Il loro verme non morrà (pena del danno), e il loro fuoco non si estinguerà (pena del senso) » (Me. 9, 43-47).
   Si soffrono dunque nell'inferno due pene.
   1) La pena del danno. — La pena del danno è la privazione della vista di Dio.
   Non riusciamo facilmente a misurare questa pena, nella quale propriamente consiste l'inferno. Siamo creati per Dio. Ognuno ne ha la prova nella nostalgia dell'infinito, nella sete di conoscenza e di amore che è la nostra gioia e il nostro tormento quaggiù; gioia perchè a momenti ci sembra di vederla soddisfatta, tormento perchè subito ci accorgiamo del contrario. Finché siamo quaggiù miriamo, se non a saziare, almeno ad ingannare questa sete. Vi è quaggiù qualche raggio di Dio, qualche riflesso della divina bontà e bellezza. Noi cerchiamo e amiamo nelle creature la bellezza, il bene; e non pensiamo, o non sappiamo, che tutto ciò che è bellezza e bene è partecipazione di Dio: e non sapendolo, illusi, diciamo talora coi fatti che possiamo fare a meno di Dio. Ma nell'altra vita, caduta l'illusione, si fa gigante il desiderio dell'unico vero bene. Non più ingannata dalle apparenze, l'anima si slancia verso Dio. Se Egli l'accoglie nelle, sue braccia misericordiose, ecco il Paradiso ; se la respinge, ecco l'inferno. L'infelice cerca Dio, e Dio la respinge per sempre. Non solo Dio si rifiuta a lei in sè, ma anche in quei riflessi che la illudevano. Più nessun raggio di bellezza, più nessuna stilla d'amore: non più amore di nessun genere, nè per Dio, nè per le creature.
   2) La pena del senso. — Gesù ha detto: «Andate nel fuoco eterno » (Mt. 25, 41). È dunque di fede che nell'inferno si soffre il fuoco.
   E qual fuoco? La tradizione ecclesiastica interpreta le parole di Gesù nel loro senso proprio, e intende un fuoco reale, benché di speciale natura.