Stai consultando: 'La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole Volume I - La Fede', Can. Giulio Bonatto

   

Pagina (114/178)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (114/178)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 99 -
   remo (1). Col nostro intelletto vedremo Dio, verità infinita. Con la nostra volontà possederemo Dio, bene infinito.
   Videbimus. Dio sazierà il nostro intelletto con la verità. Egli ci comunicherà una potenza soprannaturale per cui vedremo Lui faccia a faccia (I Cor. 13, 12), non con una conoscenza astratta come ora, ma con una visione intuitiva.
   « Lo vedremo com'Egli è » (I Giov. 3, 2). E in Dio vedremo ogni verità e ogni bene. In Dio vi è in grado eminente tutto ciò che vi è di bello e di buono nelle creature. Se qui in terra ammiriamo l'immensità del mare, essa non è che un riflesso dell'immensità di Dio. Se gustiamo una dolce musicai, essa non è che una nota di Dio. Se ammiriamo gli splendori del sole, essi non sono che un barlume degli splendori di Dio. Se ammiriamo un capolavoro, esso non è che un raggio della bellezza di Dio. Se ci commuove la bontà di un cuore, essa non è che un lontano riflesso della bontà di Dio. Vedremo anche le ammirabili vie di Dio nel governo delle creature e di noi stessi, e i segreti della sua bontà.
   Amabimus. Non solo Dio sazierà il nostro intelletto colla verità, ma anche il cuore coll'amore.
   L'amore farà di noi ciò che il fuoco fa del ferro rovente quando lo rende luminoso della sua luce, caldo del suo calore: sarà un dolce fuoco che unirà l'anima con Dio, Dio con l'anima.
   I rapimenti e le estasi dei Santi sono un raggio di Paradiso con cui il Signore premiava fin da questa vita la loro virtù e il loro sacrifìcio.
   La felicità del Paradiso non sarà uguale per tutti. E tuttavia ciò non impedirà la pienezza della gioia di ciascuno: perchè la capacità di ciascun'anima sarà saziata, e la volontà pienamente conformata a quella di Dio adorerà e amerà la varia comunicazione di sè che Iddio fa a ciascuno secondo i suoi meriti (2*). I difetti che quaggiù rendono penosa la convivenza là saranno eliminati e la carità che ora è virtù allora sarà gioia e premio (lettura 26).
   (1) Cfr. Dante, Parad. XXX, 40:
   • Luce intellettual piena d'amore ; amor di vero ben, pien di letizia; letizia che trascende ogni dolzore a.
   (2) Dante espone lucidamente questa dottrina Parad. Ili, 64 e seg.