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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I corpi degli eletti risuscitati avranno i quattro caratteri del Corpo glorioso di Gesù risorto: l'agilità, la sottigliezza, lo splendore e l'immortalità.
   4° Il giudizio universale. — È stato pur esso predetto e descritto da Gesù (Mt. 25, 31). Avverrà alla fine del mondo. Primo atto sarà la risurrezione dei morti. Poi dinanzi ai risorti comparirà Gesù e rivelerà la coscienza di ciascuno. Gli Angeli separeranno i buoni dai cattivi. Gesù pronuncierà la duplice sentenza: «Venite, benedetti, a ricevere il premio; andate, maledetti, nel fuoco eterno » (Mt. 25, 34-41).
   5° Il Paradiso. — Ce lo raffiguriamo come un luogo e istintivamente alziamo gli occhi al cielo, seguendo le indicazioni della Scrittura. Ma non abbiamo circa il luogo del Paradiso una esplicita rivelazione. È prima di tutto uno stato: lo stato delle anime che sono febei con Dio.
   È ardua cosa parlare del Paradiso.
   I Santi che ci sono maestri e che illuminano così bene gli altri argomenti qui hanno parole solo per confessare la loro ignoranza. « Sappiamo spiegare che cosa ivi non c'è, ma non che cosa c'è » (S. Agostino). I privilegiati che furono sollevati per qualche attimo al Paradiso sin da questa vita, come S. Paolo ed i tre Apostoli presenti alla Trasfigurazione, non seppero dirne nulla. E se anche uno venisse dal cielo a parlarcene, noi saremmo come il cieco introdotto in una stanza dorata e adorna di capolavori che sente descrivere, ma non ha facoltà sufficienti per intendere appieno.
   S. Agostino raccoglie ciò che si può dire dei godimenti del Paradiso in tre parole: «vacabimus, videbimus, ama-bimus » (De civit. Dei, 22, 30, 5).
   Vacabimus : saremo sciolti dalle pene della vita. « Dio, dice la Scrittura, asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi » (Apoc. 7, 17).
   È questo il primo passo alla felicità. Ma ciò non basta. Noi abbiamo due facoltà che chiedono di essere saziate: l'intelletto e la volontà, onde S. Agostino aggiunge: « videbimus, amabimus », vedremo e ame-