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vita a metà e la sua attività sarebbe stroncata, poiché resterebbero vane le energie sensitive che essa possiede ; 3° essendo stato l'uomo creato per il paradiso quanto all'anima e quanto al corpo, la redenzione di Gesù non sarebbe piena se solo l'anima fosse premiata; 4° anche di questo dogma Dio ha sparso tracce nella natura. Tutte le cose finiscono e ricominciano, muoiono e rivivono. Vedete quel grano? Cade in terra umida; verrà la neve; resterà sepolto? No, emetterà un germoglio e crescerà, formerà la spiga. Vedete il baco da seta? È un insetto e giunto a maturità si avvolge nel bozzolo. Sembra che si costruisca una tomba, ma ne uscirà farfalla. Così avverrà di noi, secondo Dante, « nati a formar l'angelica farfalla » (1).
Circa la risurrezione la fede insegna: 1° che gli uomini risorgeranno; 2° che risorgeranno tutti; 3° che risorgeranno eoi medesimo corpo.
Non sorridiamo della tromba di cui parla S. Paolo (2): essa è simbolo della chiamata di Dio. Nè della 'valle di Giosafat » (Gioele, 3, 12), che vuol dire « valle del giudizio ».
Ma come potremo noi risorgere col medesimo corpof — Potremo risorgere col medesimo corpo per l'onnipotenza di Dio (letture 25 e 30).
Sappiamo che nel nostro corpo c'è un continuo e rapido ricambio di elementi materiali. Ma non sappiamo egualmente in che consista il principio della identità di esso, dato che è variamente risolto il problema filosofico della natura dei corpi, e in particolare ignoriamo la natura del corpo glorioso, quale appunto sarà il nostro dopo la risurrezione (3). Comunque si voglia spiegare la cosa, non possiamo porre dei limiti alla onnipotenza di Dio.
(1) Purg. X, 125. Cfr. Pura. XXX, 13:
« Quali i beati al novissimo bando surgeran presto ognun di sua caverna, la rivestita voce alleluiando... ».
(2) « Beco io vi rivelo un mistero: tutti risorgeremo... In un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba : poiché suonerà la tromba : e i morti risorgeranno incorruttibili, e noi saremo trasformati » (I Cor. 15, 51). Onde nel Dies irae, attribuito a Tommaso da Celano : « Tuba mirum spargens sonum — per sepulcra regionum — coget omnes ante thronum
(3) Alcuni teologi, appoggiandosi alle dottrine tomistiche, ripongono il principio dell'identità del corpo nell'anima, forma sostanziate del corpo. È l'anima, essi dicono, che forma e riforma il corpo nel continuo ricambio degli elementi materiali, e lo mantiene sempre identico e uguale nei suoi lineamenti e tratti caratteristici. Non sarebbe dunque questione di atomi, ma di forza informatrice (v. Billot, De naviss. XIII). È tuttavia assai più comune l'opinione che esige una certa identità atomica.
7 — Bonatto, La Religione. -1.