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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 92 -
   Fuori della Chiesa non vi è salvezza. — Ciò risulta dalle parole di Gesù: «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, chi non crederà sarà condannato » (Me. 16, 16).
   Ciò vuol dire che tutti coloro che conoscono Dio e la sua rivelazione fatta per mezzo di Gesù Cristo hanno il dovere di credere, e che se non credono peccano mortalmente e saranno condannati.
   Ma si applicherebbe male tale principio per escludere dalla salvezza coloro che sono fuori della vera Chiesa senza loro colpa. Gli eretici e gli infedeli non appartengono al corpo della Chiesa, ma possono appartenere alla sua anima. È insegnamento esplicito del Catechismo che chi si trovi fuori della Chiesa senza propria colpa e viva bene, può salvarsi con l'amor di carità, che unisce a Dio, e, in spirito, anche alla Chiesa, cioè all'anima di lei.
   Distinguiamo il corpo e l'anima della Chiesa. Il corpo è la società visibile dei fedeli che professano la stessa fede, ricevono gli stessi Sacramenti, nell'obbedienza agli stessi Pastori ed al Papa. L'anima della Chiesa è ciò che forma la sua vita interiore, la unione interiore a Gesù Cristo, la partecipazione all'influsso santificante di Lui. Ora anima e corpo della Chiesa non coincidono nella loro estensione.
   Ciò posto, ecco che cosa si deve ritenere circa i mezzi di salvezza e circa il numero degli eletti:
   1° I Cattolici hanno mezzi sovrabbondanti di salvezza nei Sacramenti, i quali giustificano e salvano chiunque è disposto o pentito. Chi non può ricevere i Sacramenti ancora si può salvare se almeno si pente dei suoi peccati con un atto di dolore perfetto, cioè ispirato dall'amor di Dio (1).
   2° I Protestanti hanno un Sacramento valido, il Battesimo, e possono ottenere il perdono delle colpe commesse dopo il Battesimo con la contrizione perfetta. Anche a loro è aperta la via della salvezza, non in forza della loro religione, ma in forza della loro buona fede e della misericordia di Dio.
   3° Quanto agli infedeli, cioè ai non battezzati, ricordiamo che nell'inferno, come noi lo intendiamo, si cade solo per un grave peccato personale e volontario. Ne sono quindi esenti i bambini morti senza Battesimo, e gli adulti che escono dalla vita senza reato di colpa grave.
   (1) Ciò che determina la rovina di un'anima è l'attaccamento al peccato quando per esso si respinga Dio : « l'amore di se stesso fino al disprezzo di Dio » (S. Agostino, De civ. Dei, 14, 28). Poiché Dio non si nega a chi lo cerca e dà a ciascuno le grazie sufficienti, possiamo ritenere che dei Cattolici si salva la grandissima maggioranza.