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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   della Chiesa. La Chiesa ebbe Papi meno buoni, ma Papi che abbiano insegnato l'errore non mai (1).
   L'autorità della Chiesa. — Gesù ha istituito la Chiesa come perfetta società che ha per fine la salvezza delle anime. Perciò le ha dato anche l'autorità, ossia il diritto di esigere dai suoi figli tutto ciò che è necessario per raggiungere il fine. La Chiesa ha dunque il potere di far leggi disciplinari, e leggi morali che determinano le leggi di Dio (potere legislativo: Comandamenti della Chiesa, Codice di
   (1) Si obbietta un doloroso fatto: la condanna di Galileo. Egli fu un insigne scienziato ed il principale fautore del sistema che dal suo primo autore è detto Copernicano. Copernico aveva sostenuta la nuova dottrina in un libro dedicato al Papa Paolo III e non aveva incontrato guai, perchè si era limitato a proporla come ipotesi. Quando Galileo prese a sostenerla incontrò accaniti oppositori. Tale sistema era infatti contrario al senso ovvio della Bibbia, che nel racconto della Creazione, letteralmente inteso, indica la terra come centro del mondo e racconta che Giosuè fermò il sole. Era anche contrario all'evidenza dei sensi, contrario al concetto che tutti avevano, che la terra, abitazione del re del creato, fosse il centro del sistema mondiale intorno al quale si stende il cielo come padiglione e girano le stelle. Non è perciò meraviglia se i più, anche tra i dotti, compresi Bacone e Cartesio, non avessero fatto buon viso alle teorie di Galileo, tanto più che Galileo non aveva sciolto ancora tutte le difficoltà. Galileo portò la questione nel campo delle dispute teologiche. Buon cristiano, volle purgarsi dall'accusa di smentire la Scrittura e sostenne che i passi della Scrittura oitati dai suoi avversari non dovevano intendersi in senso letterale. Aveva ben ragione. Ma i tempi esigevano prudenza. Dato gli abusi che i Protestanti facevano della Scrittura ogni novità in materia di interpretazione scritturale destava diffidenza. Si riteneva che non si dovesse scostarsi dal senso letterale senza un motivo sufficiente. Motivo sufficiente non pareva la nuova dottrina, perchè non ancora sufficientemente provata.
   I teologi romani giudicarono contraria alla scienza ed alla Bibbia la teoria copernicana. La Congregazione del S. Ufficio impose al Galilei di non sostenerla più come tesi ma solo come ipotesi, evitando qualsiasi disputa teologica in proposito. Galileo, religiosissimo qual era, obbedì e sostenne la sua dottrina come ipotesi nel « Saggiatore », ma poi pubblicò il • Dialogo sui massimi sistemi • (il Tolemaico ed il Copernicano) in cui adombrò in finti personaggi i suoi giudici e pare anche lo stesso Urbano Vili nella persona di Simplicio. Ne venne una tempesta. Accusato d'insubordinazione, di promessa non tenuta e di eresia, fu condannato al carcere, commutato poi nella relegazione nella villa Piccolomini e poi nella sua villa di Areetri presso Firenze, dove continò i suoi studi e dove morì assistito dal discepolo Torricelli, e da un sacerdote mandatogli da S. Giuseppe Ca-lasanzio, amico suo.
   Come giudicare questo fatto? Ci vogliamo vedere ima lezione di prudenza inflitta dalla Provvidenza divina agli uomini di Chiesa onde non invadano il campo della scienza? E sia: ammettiamo infatti l'errore della Congregazione romana. Ma non si esageri fino a parlar di tortura e sopratutto non si tragga in campo l'infallibilità del Papa là dove errò la Congregazione del S. Ufficio. Dio non permise che Urbano Vili condannasse in faccia alla Chiesa una teoria che allora egli personalmente potè ritenere eretica.