Mandamenti e Comuni del Circondario di Novi Ligure 223
Fig. 105. — Rovine del castello militare di Tortona (da fotografia di F. Castellani).
seconda volta nel 1162 dalle armi imperiali e quindi dai Pavesi, finché ebbe assicurata l'esistenza dalla pace di Costanza del 1183.
Costituitosi definitivamente in repubblica, raggiunse tale una prosperità che divenne una delle più potenti città lombarde. Non tardarono però a funestarla le fazioni dei guelfi e dei ghibellini, e fu per 25 anni occupala dai primi in nome del papa. Nel 1347 si diede spontaneamente a Luchino Visconti, e, dopo la costui morte, a Galeazzo. Dai Visconti passò agli Sforza, e da costoro a Carlo V, che tosto la munì con opere fortificatorie adatte all'uso delle artiglierie. Caduta così in potere degli Spagnuoli, soggiacque ad un'amministrazione fiscale che rovinò intieramente le sue floridissime industrie e i suoi lucrosi commerci, e ciò durò sino al 1713. Fino al 1735 obbedì all'Austria, che la cedè al re Carlo Emanuele III. Nel 1742, per essersi il re di Sardegna dichiarato contro la Francia e la Spagna, fu assalita e presa, con altre città, dai Gallo-Ispani sotto il comando del generale Maillebois, finché tornò, con la pace di Aquisgrana, alla Casa di Savoia. Vittorio Amedeo III spese 15 milioni per fortificarla, nonostante le rimostranze dell'Austria, che temeva pe' suoi possessi in Lombardia.
Nel giorno 7 giugno 1773 il re Vittorio Amedeo III poneva la pietra fondamentale del castello militare sovrastante a Tortona (fig. 105), su disegno del generale Lorenzo Bernardino Pinto, conte di Bari (morto nell'aprile 1778). Fu benedetto dal P. Luigi Giuseppe De Andujar, vescovo di Tortona. Ne presenziarono la cerimonia il conte Mazzetti governatore di Tortona, quello di Alessandria conte Bellegarde di Entre-mont, ed il governatore di Novara conte Bellegarde di Nangis. Il castello era disposto
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