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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Alessandria
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 256

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Prima — Alta Italia,
   frequentate per la loro incomoda situazione, e che si adoperano con buon successo nella cura delle malattie combattute dalle acque della Pirenta di Murisengo, di cui già abbiamo trattato. Presso il confine del territorio d'Alfiano, nel luogo detto del Troglio, sgorga un'altr'acqua solforosa fredda, adoperata come diuretica e purgante. Opera pia Natta, fondata nel 1648. Sopra un colle soprastante al paese sorgeva anticamente un castello, di cui scorgonsi ancora i rottami. Uve squisite, frutta, bozzoli e bestiame; cave di gesso, tessitorie di cotone e di canapa.
   Coli, elett. Alessandria III (Casale Monf.) — Dioc. Casale — P* T. a Moncalvo.
   Calllano (3351 ab.). — Sta in colle bagnato dal Grana e dal Rotta, a 2 chilometri circa da Tonco; vicino all'antico castella havvi la parrocchiale con tre navate e bei marini. Nell'interno del paese avanzi di un'antica fortezza, le cui muraglie andavano a congiungersi in addietro al suddetto castello, già dei marchesi di Galliano e Murisengo. Alla disianza di circa 2 chilometri, nella valle detta di Verza, sgorga perennemente un'acqua salino-sulfurea, denominata La Pirenta o 11 Profondo>, limpidissima, con forte odore d'uova fradicie, la quale va rinomata nella cura delle affezioni cutanee, principalmente dell'erpete e della scabbia, e giova anche contro la pellagra pigliandola in bevanda e per bagno. Opera pia Roetti. Cave di calce e gesso. Bachicoltura attivissima, fabbrica di laterizi, mulini a vapore, stabilimento bagni dell'acqua suddetta.
   Cenni storici. — Appartenne in prima ai marchesi di Monferrato, indi successivamente agli Astigiani e a tre feudatari, i quali cederono, nel 1432, i redditi di Calliano per pagare gli aiuti ricevuti dal duca di Savoia. L'ebbero in seguito i conti di Gocconato e i Gratella d'Asti, che lo venderono a Vespasiano Bobba, dalla cui famiglia passò poi agli Scozia. Nel 1681 fu quasi distrutto dalle truppe francesi.
   Coli, elett. Alessandria III (Casale Monf.) — Dioc. Casale — P* ivi, T. a Castell'Alfero.
   Mandamento di VIGNALE (comprende 6 Comuni, popol. 13,747 ab.). — Territorio parte in collina, parte in vallata, è assai fertile ed irrigato dai torrenti Grana e Rotaldo e da moltissime fonti, alcune delle quali perenni. Prodotto predominante e di molto pregio è il vino. L'aria è saluberrima.
   Vignale (3446 ab.). — Sorge in alto colle, da cui si gode di un bel panorama, a chilometri 20 da Casale. Chiese principali: quella già detta dei Servi di Maria, coll'attiguo convento già dei Serviti e la chiesa nuova, di disegno assai più ardito e che ha molta analogia con quella di San Filippo di Torino. Parecchie belle e comode case ; palazzo Calori prospiciente la pubblica piazza ; recente casa parrocchiale e casa comunale. Due piazze, una nel centro, assai ampia e comoda, con porticato da una banda ; l'altra verso est, all'ingresso dell'abitato. Castello antichissimo, ora diroccato. Ospedale, scuole, gran commercio di vini. Cave di arenaria per costruzione. Vignale ha due sorgenti solforose, una delle quali, la più copiosa, chiamasi Fontana dell'Arò, a due chilometri e mezzo, a scirocco, e l'altra a uguale distanza, a tramontana. Di queste acque la prima è commendata, secondo il Berlini nella sua Idrologia minerale, in tutte quelle malattie per cui prescrivonsi le acque solforose fredde, e giova anche, presa in bevanda, contro le affezioni cutanee. Si l'una come l'altra adoperansi anche per uso di cucina ed a risparmio del sale dai contadini poveri. Fabbrica di carri, mulini, trebbiatrici a vapore.
   Cenni storici. — Con atto in data 1164 Federico Barbarossa ne confermava la signoria a Guglielmo I di Monferrato. Nella lotta fra guelfi e ghibellini parteggiò per la repubblica d'Asti, e ne sofferse gravi danni tra il fiero gareggiare delle due parti. Fu donato nel 1307 da Carlo di Napoli ad Opizzino Spinola. Dopo tre anni l'occuparono i ghibellini per conto del principe di Saluzzo. Passò a Casa Savoia nel 1703. Fu ultimamente contado dei Calori di Casale. Questo Comune costituiva
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