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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Alessandria
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1890, pagine 256

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Casale Monferrato
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   Cenni storici. — Faceva parte anticamente di Pontestura e non fu eretto in Comune prima del 1645. Fu feudo dei Galvagni di Casale Monferrato e lo ebbero quindi, con titolo comitale, i Gay, consignori di Monteu.
   Coli, elett. Alessandria III (Casale Monf.) — Dioc. Casale — Pa a Pontestura, T. a Ozzano Monf.
   Mandamento di ROSIGNANO MONFERRATO (comprende 5 Comuni, popol. 9054ab.). — Territorio per la maggior parte steso in colline; il resto è in pianura. I terreni sono fertili d'ogni vegetazione : la parte in collina è molto produttiva per viti, quella in pianura per cereali. Dei tre rivi che percorrono questo territorio, l'uno, detto Paradiso, divide la valle tra Rosignano Monferrato e Cellamonte ; l'altro, il Rotaldo, attraversa verso mezzodì la lunga valle della Ghenza ; il terzo, detto Gattola, scorre a tramontana.
   Rosignano Monferrato (3479 ab.). — Sorge sopra un alto promontorio arenaceo, con alcune villale sparse al basso, a 9 chilometri da Alessandria, con parrocchiale di San Vittore. Era difeso anticamente da una rócca detta il Presidio, tenuta in conto di una delle più munite del Monferrato ; esiste ancora il castello, che sta in capo e sopra il paese, e vi si vedono tuttavia gli avanzi di antiche fortificazioni. Le case hanno generalmente un aspetto discreto. Tre lasciti di beneficenza: Danesi, Volpe e Prielli. Il prodotto principale è quello delle uve sul dorso della collina ; i vini di Rosignano vanno fra i migliori del Monferrato. Bachicoltura. Cave di arenaria di grana finissima, ottima per la fabbricazione delle stufe, ecc.; salnitro; fabbriche di calce e di laterizi.
   Cenni storici. — È tra i più antichi luoghi del Monferrato. Sui primi del secolo XIV reggevasi con propri statuti ; nel 1320 venne imposto l'obbligo a questo Comune di fornire quattro uomini alle milizie del Monferrato, e pochi anni dopo vennero confermati i suoi particolari statuti dal marchese Teodoro I. Il maresciallo De Brissac lo fece saccheggiare nel 1555. Un secolo dopo tentava impadronirsene il duca Carlo Emanuele, ma la resistenza degli abitanti lo fece desistere. Più risoluto tentava impadronirsene, nel 1628, don Gonzales di Cordova, governatore di Milano, ma fu respinto. Nello stesso anno fu stretto d'assedio dagli Spagnuoli e dovette alfine cedere. Fu quindi alternativamente in possesso di Francesi e Spagnuoli. Pochi luoghi in Piemonte ebbero tanti feudatari come Rosignano, ultimi dei quali furono i Bobba e i Guaschi. Parecchi storici, il Guichenon, il Muratori, il Passerino, il Botta, ecc., fanno menzione di Rosignano.
   Uomini illustri. — Vi ebbe i natali l'esimio medico G. Pietro Gambara, il quale fiorì nella seconda metà del secolo XVIII, ed esercitò per molti anni e con molta lode la clinica in Vercelli. Nel 1758 venne in luce a Pavia una sua opera latina : De usu mercurii in medicina, ecc.
   Coli, elett. Alessandria III (Casale Monf.) — Dioc. Casale — P1 ivi, T. a San Giorgio Monf.
   Cellamonte (1283 ab.). — Sorge sopra un'amenissima collina ad est della valletta della Ghenza, alle cui radici scorre il rivo Paradiso, a 2 chilometri circa da Rosignano, a cui sembra unito. Aria saluberrima. Grandioso edifizio, detto il Castello, degli Ardizzoni, e bel palazzo fatto edificare dal vescovo Radicati, ambedue con giardini, e quest'ultimo con scelta biblioteca e dipinti pregevoli. La parrocchiale dei Ss. Quilico e Giuditta ha tre navate, una bellissima sagrestia, una facciata elegante e bei dipinti moderni. L'antico castello, detto la Torre, è ora ridotto ad orlo pensile con bei pergolati. Non molto lungi dal paese, sulla strada a Frassinello, scorgesi una superba villa, con pregevole pinacoteca, detta la Perrona. Allettati dalla bellezza di Cellamonte, vi posero dimora temporanea parecchi illustri personaggi, fra gli altri il Denina, Evasio Leone, Pietro Giordani e il viaggiatore conte Ignazio Radicati, che vi impiantò una filatura.
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