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Parte Prima — Alta Italia,
i ganti sommano a ventotto, perchè l'artefice pensò di smozzare gli angoli che avrebbero fatti i due lati al punto della loro congiunzione, e così aggiunse altri due santi. II primo stallo, a destra di chi siede nel Coro, porta in caratteri romani: Sedes Archidiàconi.
D Coro misura in altezza m. 2.72 e di tutte e due le parti il lato più lungo è di m. 7.52, il più corto di m. 2.45, cosicché il totale è di m. 19.84.
I santi raffigurati portano quasi tutti il nome in un nastro che svolazza, e sono: S. FILIPVS, S. SIMON, S. MATHEVS, S. BERTOLAMEVS, S. ANDREAS, S. PETRVS, S. PAVLVS, S. IACOB MAIOR, S. IACOB MIN., S. IOHANES E., S. MATHEVS E., S. TADEVS, S. IOHANNES, il Salvatore, S. LVCHAS, S. MARCVS E., S. Gerolamo Dottore, S. GREGORIVS PP., S. AVGVSTINVS, S. PAVLE PRIOR EREMITA, S. CATHARINA, S. Giovanni Battista, S. Michele, S. Biagio, S. Lorenzo, S. Secondo, S. BERNARDVS, S. STEPHANVS (SEDES ARCHIDIACONI). I nomi scritti in carattere minuscolo non furono scolpiti. San Gregorio Papa e S. Bernardo tengono in una mano un libro aperto; nelle due pagine del primo si legge :
PAT MAI FEST ÀI . NO
TV V . CO R A . 0 IBUS
le quali parole suonano: Pater, manifestavi tiomen tuum coram omnibus; in quelle del secondo è scritto:
TRI OR BUS VN HON VS • cioè : Tribus honor ttnus.
Il piazzale che separa San Giovanni dal Duomo fu anticamente il Cimiterio. Nello abbassare il suolo venne in luce il coperchio marmoreo della sepoltura che si disse essere quella di Arnaldo De Rosette, già canonico di Narbona (fig. 65), poscia vescovo d'Asti dal 1327 al 1368, immediato predecessore di Bal-dracco Malabaila. Questo marmo, che come quello
di sovra è bianco e venne incastrato in un muro del piazzale stesso, è alto metri 1.35, largo 0.60. In una nicchia ogivale sta il vescovo che tiene nella sinistra il pastorale e colla destra è in atto di benedire; l'ornato ogivale è racchiuso da due cornici facienti fra di loro un angolo acuto, le quali posano da ciascun lato sul capitello di una svelta colonnetta torta: nei capitelli si vede uno stemma senza altra impresa che una banda da destra a sinistra, che stante la sua sottigliezza potrebbe forse anco essere semplicemente la sbarra di baslardigia. Passa dietro al triangolo superiore un grande edifizio gotico. Quando reggesse la ipotesi che questo marmo coprisse veramente la tomba del De Rosette, siccome questo fu uno fra i vescovi che maggiormente contribuirono a continuare la fabbrica della sua chiesa, cosi si potrebbe credere che si ponesse quell'edilìzio per ricordare il munifico fatto.
Fig. 65.
Coperchio marmoreo della sepoltura di Arnaldo De Rosette.
(Vedi Maggiora-Vergani, L'antico Coro della Cattedrale d'Asti — Atti della Società d'Archeologia della Provincia di Torino, voi. I).
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