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Parie Prima — Alta Italia
Lungo sarebbe tessere l'istoria, anche sommaria, d'Asti nel medioevo. Basti il dire che, dopo molte guerre, incendi ed altri disastri, dopo un tributo generoso di sangue pagato alle crociate ed una fiera pestilenza che, nel 1099, spense ben 28,000 persone, Asti ebbe una parte gloriosa nelle vicende della Lega lombarda e nell'edificazione di Alessandria. Osò resistere al Barbarossa, ma due volte ne fu arsa e distrutta, e la terza dovette schiudergli le porte per evitare un nuovo eccidio. Dopo la pace di Costanza, ravviati i commerci e cresciute le libertà, Asti si slanciò nell'arringo lucroso della mercatura, senza smettere per altro l'uso delle armi. I suoi cittadini la cinsero di mura, ed ebbero il loro podestà o primo magistrato tolto, secondo costumava, da un'altra città, e un Consiglio composto di nobili e popolani. Gli Astigiani sostennero guerre frequenti coi marchesi di Monferrato e con quei di Saluzzo, gli ultimi dei quali fecero la pace ricevendo dalla città l'investitura di certe terre per le quali si riconobbero suoi vassalli.
Asti possedeva manifatture di panni, ma la sua ricchezza principale derivava dal prestar denaro e manteneva, a tal uopo, come Firenze, banchi in Francia, nelle Fiandre e in altre contrade. Nel 1248 gli Astigiani fabbricarono Villanova d'Asti, che fu per essi una specie di colonia. Le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini manifestaronsi poi anche in Asti e divisero i cittadini per molti anni successivi, prevalendo ora un partito ora un altro e cacciando ciascuno a vicenda il soggiacente dalla città. Capitano del popolo d'Asti nel 1308 era Robertone Trotti di Gamundio o Castellazzo. Stanchi delle discordie civili, gli Astigiani elessero a loro capitano un principe di Casa Savoia, il quale ottenne l'investitura della città dall'imperatore Arrigo VII nel 1313 ; ma subito dopo il popolo si ribellò e si diede a Roberto re di Napoli. Asti cadde in seguito in potere dei Visconti di Milano e il duca Gian Galeazzo l'assegnò, nel 1387, in dote alla figliuola Valentina nel suo maritaggio con Luigi, fratello di Carlo VI re di Francia. Rimasta in possesso dei Francesi sino al 1529, fu ceduta, alla pace di Cambrai, all'imperatore Carlo V, il quale diede Asti alla sua congiunta Beatrice di Portogallo, che sposò Carlo III duca di Savoia.
Da quel tempo in poi Asti rimase unita ai dominii sabaudi, ma non senza contrasti ed occupazioni straniere, principalmente francesi, finché nel 1814 tornò col Piemonte definitivamente ai re sabaudi, sotto Vittorio Emanuele I. Da quell'anno in poi seguì le sorti di tutte le altre città subalpine e concorse con largo tributo di uomini e di danaro alla redenzione della patria.
Uomini illustri. — Non meno lunga dell'istoria è la schiera degli uomini insigni che nacquero in Asti. Citeremo fra gli altri: S. Brunone, nato verso il 1150, morto vescovo a Segni nel 1223, autore di molte e pregiate opere dogmatiche, esegetiche ed apologetiche; Alfieri Oggiero, lo storico più antico del Piemonte, la cui Cronaca fu pubblicata in parte dal Muratori nei Rerum Italicarum Scriptores; Guglielmo Ventura, nato nel 1250, scrittore e soldato, assai lodato dal Napione; Filippo e Guido Malabaila, fratelli ed autori entrambi di cronache patrie ; Antonio Astesano, soprannominato il Virgilio astigiano; Giorgio Allione, lodato dal Quadrio e dal Mazzucchelli per le sue satire e l'attico lepor de' suoi versi ; Federico Asinari conte di Camerano, che militò nelle Fiandre e contro i Turchi, e compose poesie elegantissime, fra cui la tragedia Tancredi, encomiata da Annibal Caro.
' Fra i molti scrittori astigiani di scienze legali son da ricordare: Giorgio Natta,
professore di giurisprudenza a Pisa e a Pavia, consigliere ed ambasciatore dei marchesi di Monferrato, e Pietrino Belli, del quale scrisse il Tiraboschi, che fu il primo ad applicare la scienza delle leggi all'uso della guerra.
Fra i non pochi medici primeggiano : Leonardo Botallo, medico di Carlo IX e di Caterina De-Medici, primo a scoprire nel cuore quel foro ovale che porta ancor oggi il suo nome, autore di molti libri in lingua latina, ed eletto vescovo in Provenza;
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